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Molto forte, incredibilmente vicino

“Probabilmente si vede lontano chilometri. Diamo dell’occhio. Guarda come ci fissano. Forse non sanno che abbiamo perso tutto, ma sanno che manca qualcosa.”

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Extremely Loud & Incredibly Close è il  titolo originale di questo romanzo di Jonathan Safran Foer pubblicato nel 2005.

Questo libro racchiude al suo interno diverse storie con un tratto distintivo comune: il dolore per la perdita di qualcuno. Siamo a New York, in una triste data: 11 settembre. Il protagonista della storia, Oskar, nove anni, riceve dei messaggi da suo padre bloccato sulle Twin Towers che tenta di rassicurarlo. La tragedia si consuma in tempi rapidissimi. Le Torri non esistono più, sono state rase al suolo e con loro sono state distrutte migliaia di vite e di famiglie. Tra gli oggetti personali del genitore il ragazzino trova in un vaso blu una busta col nome Black e una chiave. Dopo la morte del padre Oskar intraprende un viaggio di ricerca. Da il via ad una minuziosa indagine, a modello dei giochi di ingegno ed intuizione che faceva con suo padre. Ciò permette che il suo percorso si intrecci con tanti altri, numerosi signori o signore Black. La fantasia resta per lui la chiave per uscire dalla stanza del dolore incomprensibile di una perdita tanto grave.

Oskar è speciale, curioso e spontaneo, brillante, intelligente e capace ma lacerato da un rapporto troncato che nessun riesce a sanare. Cerca la forza di superare quest’evento in se stesso più che negli altri, nella sua mente più che nel suo cuore: nella fantasia  e nella ricerca di una spiegazione. La determinazione lo porta alla soluzione dell’enigma, il proprietario della chiave è stato rintracciato. Non c’è vittoria apparente per il ragazzino che non ha trovato ciò che cercava. Tuttavia a volte si ha bisogno semplicemente di cercare e questo può bastare. Parallelamente alle vicende di Oskar vengono raccontate altre storie, attraverso le lettere scritte da suo nonno a suo padre che non ha mai conosciuto e dalle lettere di sua nonna per lui. Questo scambio epistolare tra varie generazioni permette di evidenziare il tema cardine del romanzo:la perdita come lutto, come mancanza o abbandono.

I personaggi del romanzo sono unici ed irripetibili. E danno maggior spessore ad una storia già, di per se, abbastanza ricca. Leggendo si riesce a vedere il mondo con gli occhi di questi personaggi, a sentire attraverso i loro sensi, a bagnarsi con le loro lacrime sofferte. È una proiezione dell’interiorità più intima dei personaggi, che si muove tra le pieghe di una sofferenza taciuta da un bambino al resto della sua famiglia e del mondo. Un dolore solo suo, qualcosa di incondivisibile e tragicamente immutabile.

Il merito di Foer è l’utilizzo di un linguaggio fatto di immagini, che non vuole raccontare semplicemente una vicenda come tante ma tenta di farla arrivare dritta al nucleo del lettore per far si che questo comprenda realmente la natura e la portata della vicenda. Le immagini e le parole si alternano vicendevolmente, come vecchi amici che si accompagnano e compensano rafforzandosi l’un l’altro. Le ultime pagine sono un susseguirsi di fotogrammi montati all’inverso che restituiscono quel senso di liberazione  catartica al finale della storia.

Questo grande scrittore ha avuto una buona capacità di unire “la grande tragedia” alle tragedie di minor portata, quelle individuali che hanno la stessa identica forza distruttiva. Abile, anche, nel raccontare una triste storia di perdite e mancanze con una poesia fluida,avvolgente e penetrante. Il lettore entra nei panni dei vari personaggi, divide con loro il disagio profondo di eventi luttuosi, di sofferenze che sembrano non trovar mai pace. Invece la pace è li, è la vita. Che riprende e si attorciglia intorno ad un vuoto che esige di essere superato.

E’ una storia densa di sentimenti contrastanti che imbriglia il lettore, lo trascina all’interno delle pagine, tra le righe, le immagini e persino tra gli spazi bianchi. Ogni singola parola è pensata, è vera e consacrata da una semplicità disarmante. Nonostante alcuni passaggi risultino ruvidi e faticosi la risultante è ottima. E’ decisamente un libro che ti fa “sentire”.

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