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L'AZIONE DI DON CIRILLO

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Don Cirillo, sacerdote di origine veneta, nel primo dopoguerra aveva retto la Parrocchia di Carpineto Sinello e subito dopo era stato trasferito a S. Salvo, allora piccolo centro di circa tremila anime, quindi poco più grande del paesello che aveva lasciato. Don Cirillo non poteva allora sapere che da Parroco di paese sarebbe diventato Arciprete della Prima parrocchia, cui, successivamente per la tumultuosa crescita, se ne sarebbero aggiunte altre due. Ha, quindi, incarnato tutto il percorso dello sviluppo di S. Salvo, anzi è cresciuto con S. Salvo. Insieme all'on. Artese e ad altri personaggi di quella generazione ha trasformato il paese e ha poi attrezzato la nuova più grande realtà, predisponendola a ricevere gli immigrati del circondario che a migliaia negli anni sessanta cominciavano ad arrivare. E' stato Parroco della Chiesa intestata a San Giuseppe, ove sono deposte le ossa del santo Patrono fino al 1992, allorquando è stato nominato suo successore il giovane sacerdote parrocchiano Don Raimondo Artese. E' morto nel 1996, lasciando un vuoto incolmabile; la salma, dopo essere stata vegliata nella Sua Chiesa e dopo la Messa funebre concelebrata dal Vescovo e dai parroci della diocesi, è stata accompagnata da una folla commossa fino alla Villa Comunale, da dove Angelo Preta l'ha portata nel natio Veneto. I fedeli, per onorarne la memoria, hanno fatto realizzare ed apporre nel vecchio Cimitero una statua bianca con la sua effige. E' stato il primo scrittore locale, pubblicando trent'anni fa circa ''La storia di S. Salvo''. Si è avvalso della collaborazione come sagrestana e perpetua della signora Gilda Mirroli, anch'essa da poco scomparsa. Ha deciso la permuta della vecchia casa canonica per consentire che al suo posto venisse edificato un palazzo, nel quale la Parrocchia dispone oggi di locali, in cui aveva vissuto lui stesso e che oggi sono adibiti ad aule per il Catechismo. Ha presenziato alla ristrutturazione della Chiesa arcipetrale degli anni sessanta. Ha influenzato la decisione degli amministratori, che, unanimi, decisero la demolizione della Porte de la Terre, sempre negli anni sessanta. E' stato un uomo del suo tempo, guidando una Chiesa battagliera negli anni cinquanta, fedele ai valori dell'anticomunismo e di un cristianesimo conciliare, ma convinta delle proprie ragioni, ligia ai riti e ai costumi secolari. Colto, conoscitore del latino, ha aiutato tanta gente bisognosa, all'epoca, fin'anche di raccomandazione per il rilascio del passaporto per emigrare. Amava gli uccellini e ne aveva una stanza piena. Nell'ultimo periodo si affacciava dal suo balcone al secondo piano di fronte al Municipio e assisteva ai comizi, alle manifestazioni canore e culturali in piazza e con la sua grossa mole sembrava vigilare dall'alto con paterna benedizione affinché tutto si svolgesse come doveva. Don Cirillo con la sua opera quotidiana, con il suo percorso forte e deciso accanto alla sua S. Salvo in cinquantenni di onorato sacerdozio è uno dei fondamentali protagonisti della storia locale.
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