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Area metropolitana Vasto-San Salvo:

Molto fumo per poco arrosto

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A quasi 30 anni dalla redazione del piano Kurokawa, dopo una lunga fase di silenzio e di interventi parziali o smozzicati, si è improvvisamente riacceso un dibattito sui rapporti intercomunali Vasto-San Salvo; che in sé appare interessante ma che, date le circostanze, non riesce a produrre granché di costruttivo. Il dibattito è infatti partito male. Carente di analisi storica (sulle differenze socio-culturali tra le due località e sui diversi modelli di sviluppo, per cominciare) esso ha infatti già portato sindaci e politici dei rispettivi comuni a porre paletti e distinguo di vario tipo, prima ancora di arrivare al nocciolo delle questioni. Pur essendo entrambe le località coinvolte in problematiche di interesse comune, di per sé di grande rilevanza (i trasporti pubblici, la rete viaria e infrastrutturale, i servizi più importanti ecc.), rileviamo come le diversità di schieramento politico, i pregiudizi, i timori e altro ancora impediscono a tutt¹oggi di affrontarle con la dovuta serenità ed efficacia. Per quanto ci riguarda, sosteniamo da tempo che parlare di area metropolitana Vasto-San Salvo risulta al momento persino superato. Il grande sviluppo della costiera e della bassa valle del Trigno ha infatti spostato i termini della questione e ha creato le premesse per la realizzazione di una grande area urbana, in parte a cavalcioni tra Abruzzo e Molise. Ma è proprio qui che i conti non tornano. Mentre sulla costa gli edificati di Vasto Marina-San Salvo Marina-Montenero Marina si stanno saldando - ponendo le premesse di una nuova Francavilla al Mare o San Benedetto del Tronto addirittura - i rapporti tra San Salvo e Montenero sono arrivati allo scontro aperto su ogni singola questione. Tant'è vero che si stanno contemporanemente progettando o realizzando due centri commerciali, due porticcioli turistici, due aree industriali a contatto di gomito ed in evidente concorrenza tra loro. Se è questo lo scenario: Vasto desiderosa di mantenere ed anzi accrescere la leadership sul comprensorio (cosa che nessuna località del Vastese potrà ormai impedire), San Salvo in lite o in cattivi rapporti con tutti, tranne che con Cupello (che però vive un suo ''splendido isolamento''), Montenero respinta sul versante molisano (anchi qui dopo anni in cui si è predicato uno sviluppo concertato nella ''terra di confine'' sul Trigno) ebbene ci chiediamo come si possa parlare di area metropolitana Vasto-San Salvo o Vasto-San Salvo-Cupello-Montenero. Bene stanno facendo, dunque, quei pochi singoli (come Pina Di Francesco) o associazioni (la Fondazione ''Ignazio Silone'' e Sansalvo.net di San Salvo) che hanno ritenuto opportuno ripensare innanzitutto in termini culturali la vicenda del piano Kurokawa e lo sviluppo socio-economico degli ultimi trenta anni nel comprensorio. Perché se è vero che sono i politici a compiere le scelte, gli urbanisti e gli architetti a redarre i piani, non dobbiamo dimenticare che senza analisi e proposte di un certo spessore difficilmente le politiche intercomunali potranno rivelarsi efficaci, apportatrici di uno sviluppo futuro davvero più razionale e a maggiore misura d'uomo. San Salvo, 26.10.2003 Giovanni e Vitale Artese
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