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San Salvo nella Storia

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Le vicende più remote di San Salvo ( cittadina oggi di 18000 abitanti ) risalgono sicuramente alla Preistoria; ma è solo in età storica che il suo territorio a controllo del basso Trigno e della costiera adriatica, si avviò a diventare un importante l'luogo di scambi e di culture. Nel II millennio a.C., l'affermarsi della cultura appenninica e i primi rapporti con il mondo miceneo vennero a impririere alla vita delle locali popolazioni un certo dinamismo; che tuttavia si accentuò ulteriormente nel corso del I millennio a.C., grazie all'avvento della civiltà italica ( frentana nello specifico ). Tracce significative della cultura italica ( secc. VI-II a.C. ) sono presenti diffusamente nelle tombe e nelle necropoli intorno il paese: si tratta di ricchi o modesti corredi funerari, con vasellame, armature e armi, oggetti di ornamento; di statuette bronzee - in particolare di Ercole - e monete. Pregevoli appaiono in particolare due testine votive in terracotta, ritrovate in località Colle Pagano, provenienti da uma struttura templare del III secolo a.C. La conquista e la conseguente romanizzazione del territorio diedero poi avvio ad un intenso processo di urbanizzazione, che, partendo dalla città di Histonium (l'odierna Vasto) interessò la bassa valle del Trigno soprattutto nei secoli I e Il d.C. - Murature di un oppido di età romana sono venute recentemente ella luce nel centro storico di San Salvo ( sotto l'antica ''Porta della Terra'' ); un emporio alla foce del Trigno è attestato da Plinio; mentre resti di cospicue ville romane ( visibili ad esempio sul colle della ''Botte'' e nei presni della chiesa di San Rocco ) e tracciati di antiche strade si evidenziano in numerosi luoghi del territorio rurale. La grave crisi, ecoriomica e democirafica, dell'alto Medioevo fu lentamente superata grazie all'insediamento di monasteri benedettini, tutti dipendenti da Montecassino. Farfa o San Vincenzo al Volturno. Tra quelli noti si ricordano S. Angelo in Salivento (dominante l'attuale Piana Sant'Angelo ), S. Maria della Cardia ( sull'Ara della Corte ) e il monastero di S. Salvo ( eponimo del paese, forse corrispondente alla chiesa di San Giuseppe e all'ex collegato palazzo abbadiale ); tutti sorgenti su ruderi di antichi templi o ville romane. L'evento più significativo del periodo successivo al Mille fu però senza dubbio l'insediamento (1257 circa ) dell'Abbazia cistercense di S. Vito del Trigno, nella omonima pianura fluviale. I monaci cistercensi, autori di una intensa, entusietsmante fase di bonifica e messa a coltura dei terreni acquitrinosi o boschivi, divennero cosi i protagonisti di una sensibile ripresa economica ( secc- XIII-XV ) i cui effetti si sarebbero sentiti anche nel borgo di San Salvo. L'abbazia, per quanto decaduta nel XV secolo, venne in seguito affidata a degli abati commendatari, che la governarono da lontano ( affittandone le terre ) fino alla seconda metà del Settecento. Bene ha fatto, dunque, chi ha voluto definire San Salvo come la ''Terra dell'Abbazia''; giacchè le tante presenze sul territorio di feudi monastici per oltre un millennio ne ha modellato non solo lo schema urbano ( con la chiesa parrocchiale al centro ) e il paesaggio agrario ( con terre lavorate da coloni o affittuari e poi prevalentemente da piccoli proprietari ) ma la stessa cultura ( semplice, autonoma, democratica ) degli abitanti. 'Ottocento e il primo Novecento hanno visto una lenta benchè costante ripresa economica ( basata sull'agricoltura, l'allevamento e l'artigianato ), che ha poi trovato il suo coronamento nella fase di intenso sviluppo dell'ultimo quarantennio. Dopo le ultime grandi lotte contadine per la terra - quelle del 1950 - gli insediamenti industriali ( Pilkington-Siv, M. Marelli-Denso ecc. ), in parallelo alla crescita del commercio, del turismo e dei servizi hanno così prodotto un nuovo, intenso processo di urbanizzazione, che ha portato San Salvo a divenire, in termini proporzionali, la cittadina a più veloce accrescimento demografico dell'intero Abruzzo. br> Un riconoscimento di tale ruolo è venuto dalla visita del Papa Giovanni Paolo II agli operai delle industrie e alla popolazione ( marzo 1983 ) nonché dall'assegnazione ( nel 1987, quarantennale della Repubblica Italiana ), su segnalazione del CENSIS, del prestigioso titolo ''Uno dei Cento Comuni della piccola grande Italia'' per i progressi conseguiti nel campo del lavoro e dello sviluppo. Il presente e il futuro di S. Salvo sono dunque legati ad un ritrovato suo ruolo di crocevia stradale, commerciale e culturale; così che la sua popolazione si caratterizza come gente da una parte radicata alla propria terra, gelosa delle tradizioni, della libertà e dell'autonomia, e dall'altra aperta - senza riserve - a chi e a quanto proviene dalla regione abruzzese-molisana, dall'Italia, dall'Europa e dal mondo.
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