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Intervista al Sindaco di Gissi con nota di F. Bottone

redazione
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Nello scorso numero di PuntoNet, il supporto cartaceo di questo sito, si è parlato diffusamente dei pro e dei contro dell'energia eolica, cioè della produzione di energia che sfrutta la forza dei venti, ''scroccandola'' al dio Eolo. Quella che voleva essere una modesta inchiesta sull'argomento ha preso le mosse dalla constatazione che diverse centrali eoliche sono già state installate nell'Alto Vastese e in tutto l'Abruzzo. Nel garbato contraddittorio avuto con il collega che difendeva le centrali eoliche, ho cercato di spiegare la quasi inutilità di questi impianti mastodontici a fronte di una vera e propria aggressione dei nostri monti. L'incidenza delle centrali eoliche disseminate sui monti della Penisola, considerate complessivamente, sulla produzione energetica nazionale è irrisoria, con valori attuali intorno al 2-3%. Per produrre così poco è stato necessario elevare migliaia di torri eoliche, tagliando boschi, sventrando intere montagne. Non sono pregiudizialmente contro l'eolico, è pur sempre un metodo ''pulito'' di produrre energia perché non si immettono sostanze dannose in atmosfera, ma la domanda da farsi è la solita, quella sul rapporto tra i costi e i benefici. Un esempio concreto, vicino a noi, la centrale eolica di Schiavi di Abruzzo. Una ventina di torri eoliche innalzate sul territorio del comune portano annualmente nelle casse del municipio circa 70 mila euro. Il costo di una lussuosa berlina in cambio di una montagna devastata e rovinata per sempre. E' cambiato l'aspetto paesaggistico, si è modificata sensibilmente la presenza dell'avifauna, sono cambiate addirittura le abitudini delle persone che su quella montagna, per secoli, sono andati a raccogliere funghi e erbe officinali, senza contare l'incessante inquinamento acustico, un fastidioso ronzio che rompe il tradizionale silenzio dei monti. Questi i costi. E i benefici? Per la ditta che ha realizzato e gestisce la centrale sicuramente un grosso affare, ma per la collettività? Praticamente nulli o quasi, perché, come è noto, la produzione energetica di quelle torri eoliche è prossima allo zero rispetto alla bilancia energetica nazionale. Inoltre, fra qualche decennio, questo metodo di produzione di energia sarà così obsoleto che risulterà addirittura sconveniente continuare ad utilizzarlo. E una volta che queste immense torri metalliche non serviranno più, bisognerà decidere cosa farne. O lasciarle sul posto, come monumentali e orrendi segni della nostra civiltà (un tempo si costruivano piramidi, acquedotti e anfiteatri), oppure rimuoverle e ripristinare lo stato dei luoghi, ammesso che sia possibile, con uno sforzo economico incalcolabile. Insomma va bene il progresso, va benissimo cercare fonti energetiche pulite e rinnovabili, ma calcolando sempre i costi, la convenienza e l'utilità di ciò che si costruisce, altrimenti si cade in una sorta di religione laica del progresso, in un'accettazione acritica e fideistica del progresso, quasi una sua divinizzazione, e si cade nella logica secondo la quale tutto è lecito, tutto è buono, tutto si può fare in nome del progresso. E' vero, il progresso va incentivato e assecondato e ha sicuramente i suoi costi, ma non possiamo immolare sul suo altare la logica e l'intelligenza, e nemmeno la qualità della vita. Allora, in chiusura, al collega che ha preso le difese della centrale di Gissi vorrei dire: vanno bene i posti di lavoro e le potenzialità di sviluppo industriale della zona, ma quali sono i costi in termini di impatto ambientale e qualità della vita? Lo ripeto, non sono un ambientalista radicale, ma nemmeno un ''progressista'' convinto, anzi, lo confesso, sono abbastanza scettico.
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