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Riflessioni «a caldo» di uno che ha perso

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L'esito delle recenti elezioni amministrative presta più di uno spunto per cercare di capire come è maturata la vittoria del Sindaco uscente Marchese e del suo schieramento politico. Per l'immediato, partendo da alcuni elementi colti nella campagna elettorale e nel voto stesso, cercherò di esporre alcune riflessioni per evidenziare alcuni particolari profili del voto che sono indicativi, secondo me, di notevoli cambiamenti, in atto, nella percezione della politica da parte dei cittadini. Prima di tutto, comunque, sgombriamo il campo da ogni equivoco, a proposito dell'interpretazione del voto, senza le acrobazie linguistiche che spesso si utilizzano in questi casi per far apparire una sconfitta come...una mezza vittoria. Il Sindaco uscente Gabriele Marchese e la sua coalizione hanno (ri)vinto alla grande. I suoi antagonisti, Argirò e Raspa e le rispettive coalizioni hanno (ri)perso alla grande. Punto. Il popolo sovrano ha scelto ed ha sempre ragione. Su questo non ci piove. A livello locale credo che il voto dei cittadini non sia determinato da una ragione sola, ma da più ragioni messe assieme, spesso anche contraddittorie, ma che il cittadino-elettore trova sempre il modo di portare a ''sintesi'' con una scelta di voto che, dal suo punto di vista, è sempre motivata. Ormai è noto a tutti che in una competizione amministrativa i vincoli dell'appartenenza politica (l'ideologia, il partito, la bandiera, ecc.) incidono relativamente e finiscono per prevalere ragioni di voto che invece affondano le proprie radici nell'imperscrutabile terreno di attese, aspettative, speranze, promesse ricevute o richieste, ecc.; mischiate a loro volta con un intreccio di amicizie, parentele, colleganze di lavoro, affinità professionali, interessi economici e imprenditoriali, ecc. che spesso determinano scelte di voto che prescindono totalmente l'appartenenza politico-ideologica. Ciò nonostante un peso importante penso lo abbiano anche il giudizio sull'operato dei candidati, per chi ha governato; mentre per chi ha svolto un ruolo di opposizione l'esame riguarda la validità delle proposte programmatiche, unitamente al giudizio complessivo sulla ''squadra'' che s'impegna ad attuarle in caso di vittoria; a patto, naturalmente, che tali proposte risultino chiare, intellegibili, realistiche e soprattutto riflettano aspettative realmente diffuse e presenti tra i cittadini, non problemi astratti.
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