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Restauro della ''Sacra Famiglia'' appartenente alla chiesa di San Giuseppe in San Salvo: Una questione aperta

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A circa quattro anni dall'inizio delle operazioni di restauro, la tela della ''Sacra Famiglia'' o ''Riposo durante la fuga in Egitto'' non è stata ancora ricollocata sulla parete presbiteriale della chiesa di San Giuseppe in San Salvo. Ciò ha indotto alcuni parrocchiani e cittadini alle più diverse congetture, compresa quella di una sparizione o vendita del celebre dipinto. In realtà le cose sono andate diversamente, in quanto il restauro del quadro è stato condotto in maniera tale da allungare enormemente i tempi di lavoro, producendo infine un risultato che si presta alle più diverse interpretazioni. Come responsabile del ''Comitato per il restauro di San Giuseppe'' sento pertanto il dovere di informare l'opinione pubblica sulla vicenda, in modo che ciascuno possa farsi un'idea più precisa dell'accaduto. Questa, in sintesi, la sequenza dei fatti. Anno 1998. Considerati i gravi problemi strutturali della Chiesa e quelli relativi al degrado del suo patrimonio storico-artistico, il sottoscritto e poi un apposito ''Comitato per il restauro di San Giuseppe'' insieme al parroco don Raimondo Artese, in attesa di un progetto organico e complessivo di restauro (che sarebbe stato redatto dagli architetti incaricati nel 2001, per un importo di previsione pari a 800.000 euro) pongono in essere degli interventi sulle emergenze: il restauro delle tele presenti nelle cappelle laterali e sul presbiterio della chiesa, il consolidamento delle murature esterne e del campanile, il rifacimento dei tetti. Quattro delle cinque tele in questione, di sicuro valore artistico-culturale, presentavano problemi relativi all'accumulo di sporco sulle superfici, al distacco di particelle di colore, alla presenza di toppe e lesioni sui dipinti. Anni 1999/2001. A seguito di contatti con ditte specializzate di Roma, tre diversi e qualificati preventivi per il restauro delle tele pervengono alla parrocchia di San Giuseppe. Una richiesta di contributo inoltrata alla Fondazione Carichieti trova ben presto riscontro da parte della stessa che si impegna a sponsorizzare dapprima il restauro di due e poi di quattro dei dipinti presenti nella chiesa: a condizione dell'accettazione e firma di una convenzione che avrebbe lasciato alla medesima Fondazione la scelta della ditta (tra quelle ovviamente indicate dalla Soprintendenza regionale). La Convenzione con la Fondazione Carichieti, deliberata dal Consiglio in data 12.03.2001, viene pertanto accettata e regolarmente controfirmata dal parroco di San Giuseppe. Anni 2002/2003. Le operazioni di restauro delle quattro tele sono affidate alla ditta di Daniela Del Francia di Roma, benché, in una lettera alla Fondazione, la Parrocchia e il Comitato per il restauro di San Giuseppe riferiscano dei contatti avuti in precedenza con le tre ditte di Roma e, auspicando un restauro di qualità, inviino ''a scopo illustrativo'' il preventivo dettagliato di una di queste, ritenuto ''adeguato alle esigenze''. Alcuni mesi dopo iniziano le operazioni di restauro. La ditta Del Francia, tramite il suo rappresentante, si porta a San Salvo, dove preleva le prime tre tele senza una particolare accortezza, le trasporta su un camion a Roma, le restaura nel laboratorio di via Chiabrera e infine le riconsegna prive di corredo fotografico e documentale attestante le diverse fasi dell'intervento. Le tele rientrate producono qualche perplessità, specie quella della ''Pietà'' o ''Deposizione'', di buona scuola di primo Seicento. Per l'intervento successivo, quello della ''Sacra Famiglia'' ci si accorda perciò su di un restauro in loco, cioè a San Salvo, all'interno della chiesa di San Giuseppe (anche in considerazione della grandezza della tela, di cm 240x190) e dell'importanza che essa vi riveste come quadro devozionale e simbolico.
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