E’ difficile dimenticare Pasquale Spinelli, l’atleta che più di tutti, ha segnato stagioni indimenticabili per il calcio sansalvese. Un terribile infarto, la mattina del 3 maggio 1989, blocca il cuore dell’uomo più veloce del vento; era così soprannominato Spinelli dal grande calciatore della nazionale carioca Angelo Sormani. Spinelli nasce a Sant’Omero alla Vibrata, paese della provincia di Teramo. A cinque anni comincia a tirare i primi calci ad una palla. Appena più grande, dimostra già di avere le doti per sfondare nel mondo del calcio. Lo scatto bruciante e un potentissimo tiro con l’esterno sinistro sono le sue armi migliori. Carattere schivo e introverso, timido, vero campione di signorilità e rispetto degli avversari. Viene acquistato dal Sant’Egidio alla Vibrata. Durante una partita di allenamento, il presidente dell’Ascoli Piceno rimane incantato dalle prodezze e soprattutto dalla velocità travolgente di un ragazzo esilissimo. Quel giovane calciatore è Pasquale Spinelli. E’ conteso da grandi Club, ma l’Ascoli, dopo lunghe trattative, riesce a ingaggiare il “gioiello” della Santegidiese. In pochi mesi diventa il giocatore più amato dai tifosi ascolani. Segna goal a grappoli. Il Cremona ( serie B) fa il diavolo a quattro per averlo e ci riesce. Gioca alcuni campionati con la Cremonese. L’ingresso nel campionato di serie A è vicino. Il presidente del Mantova rimane sconvolto dallo scatto rabbioso e dai proiettili che Spinelli scaglia in porta. Pasquale firma un prestigioso contratto. Il sogno della serie A è raggiunto. Mantova è una città ricca, bella ed elegante. Pasquale Spinelli si trova a tu per tu con compagni di squadra come Dino Zoff, Nicolè, lo svedese Iohansson, il tedesco Schenllinger, il brasiliano Angelo Sormani, Gustavo Giagnoni. Lotta come un leone per un posto da titolare. La dea bendata, purtroppo, non lo aiuta. Una sequela di gravi infortuni, lo costringe a restare inerte per un intero campionato. Torna in Abruzzo per indossare la maglia neroverde del Chieti. Presidente della squadra teatina è il mitico e ricchissimo Guido Angelini. Spinelli diventa il capitano della squadra. E’ l’idolo di Chieti. Gioca con Ascatigno e Orazi. Dopo un lungo colloquio con l’on.le Vitale Artese e il presidente Angelini, accoglie la proposta di allenare una squadra sansalvese. Il calcio a San Salvo è quasi inesistente. Il 30 settembre 1967 nasce l’Unione Sportiva Sansalvese. E’eletto alla presidenza il cav. Virgilio Cilli. E’ la prima volta che una squadra sansalvese si trova a competere in un campionato di terza categoria. Spinelli ricopre anche il ruolo di calciatore. Il San Salvo vince il campionato, grazie soprattutto ai 33 gol del leggendario Pasquale. I tifosi sansalvesi lo adorano. In pochi anni Pasquale Spinelli conduce la squadra biancazzurra fino alla vittoria nel Campionato Interregionale.
Viene assunto come applicato di segreteria nel comune di San Salvo. Pasquale è stato compagno di gioco (ai tempi del Mantova) e amico fraterno dell’ex- portiere della nazionale Dino Zoff .
“ Quando giocavo con il Mantova, dormivo nella stessa camera di Dino Zoff – raccontava agli amici durante la passeggiata serale - era un bravo ragazzo, leale altruista, intransigente. Il calcio era tutto per lui, sempre primo a presentarsi agli allenamenti, alle nove di sera, puntuale a letto. Tra noi, appena un breve scambio di opinioni, mi chiedeva di spegnere la luce. Aveva un carattere chiuso, tipico della gente del Friuli. Anche Angelo Benedetto Sormani è stato un suo grande amico. Il prestigioso calciatore brasiliano chiamava Pasquale “L’uomo più veloce del vento”.
Spinelli è stato uno dei primi giocatori abruzzesi a raggiungere la massima divisione nazionale (Serie A). Ora non c’è più. Il crudele destino ha spezzato il filo della sua vita a soli 51 anni. Non si può dimenticare un campione che ha dato tanto al calcio sansalvese. I giocatori come Spinelli, appartengono alla nostra storia. Era un mito e rimane un mito. Pasquale è in “ritiro” nelle “aure celesti” illuminato da fiammelle tremolanti, tra il profumo degli aranci e dei limoni fioriti, tra zampilli d’acqua luminosa. Volteggia leggero, come una farfalla, in attesa di un ingaggio.
E’ stato faticoso riempire questo foglio. Il ricordo di un amico scomparso è piacevole, ma lascia nel cuore uno strascico amaro.
MICHELE MOLINO