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Inchiesta sulla stagione turistica a San Salvo: luci ed ombre

Le riflessioni della redazione

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E’ stata una bella esperienza quella di ascoltare la voce degli imprenditori operanti a S. Salvo nel settore turistico o comunque ad esso collegato, perché abbiamo potuto renderci conto direttamente della situazione e dei problemi di un settore che sta diventando decisivo per la nostra realtà. E’ un peccato, in effetti, come ci è stato segnalato, non aver potuto ascoltare la voce dei turisti; in compenso abbiamo cercato di sentire almeno qualche parere dei residenti di S. Salvo Marina. Alla conclusione del nostro servizio, ci sembra perciò opportuno sintetizzare quanto ascoltato e rifletterci un poco sopra; anche per capire in quale direzione si sta localmente muovendo il settore turistico e quali possano essere le prospettive nel breve periodo. Gli aspetti toccati dalle interviste hanno riguardato la programmazione della stagione estiva, la gestione dei servizi pubblici, i flussi turistici,i cambiamenti nel modo di intendere le vacanze e di viverne i luoghi,l’impatto della crisi sulle abitudini consolidate, la vivibilità della Marina e le diversità tra la Marina e S. Salvo alta. Sulla prima questione è emerso che la programmazione è ancora troppo approssimativa; e quest’anno ancora di più per quanto riguarda il ruolo del pubblico (Comune, Provincia, Regione) e meno invece per il ruolo del privato. Il pubblico ha programmato e investito poco a causa dei tagli agli enti locali ma anche per le difficoltà ad amministrare (che a S. Salvo hanno portato addirittura allo scioglimento anticipato del governo comunale). Non a caso, gli operatori che si sono detti maggiormente soddisfatti dai risultati della stagione turistica alla Marina sono quelli che non contano più sull’intervento pubblico ma cercano di affrontare la stagione programmando e investendo in proprio. E’ in atto, da questo punto di vista, una sorta di rovesciamento della mentalità tradizionale: una volta gli eventi musicali, teatrali e del cinema, sportivi, ricreativi, culturali erano organizzati quasi esclusivamente dagli enti pubblici; oggi sono i privati ad intervenire anche nella produzione di eventi. Sulla gestione dei servizi pubblici il giudizio è stato in larga parte negativo, con poche eccezioni. Ci si lamenta, in particolare, per la pulizia dei luoghi pubblici e la raccolta dei rifiuti, per la gestione dei servizi culturali e ricreativi, per l’attività di controllo del territorio, i problemi del traffico. Nella raccolta dei rifiuti si apprezzano i cambiamenti (anche con la differenziata) ma si evidenziano le cattive abitudini di alcuni residenti e turisti che hanno prodotto danni all’ambiente urbano e naturale. Ci si lamenta per la scarsa capacità di fornire informazioni al turista e di valorizzare troppo poco il patrimonio ambientale e culturale esistente (le cifre parlano chiaro: nell’intera stagione, 2 soli visitatori al biotopo costiero e appena 190 al Parco archeologico del Centro storico). Ci si lamenta per l’insufficiente controllo del territorio, considerato che il numero dei vigili e degli agenti è sempre carente e che persistono fenomeni di illegalità nel commercio ambulante e nella diffusione di una certa microcriminalità. E in ambito turistico è risaputo che la qualità ambientale, la sicurezza e l’accoglienza sono delle risorse e dei valori importanti. Quanto ai flussi turistici, è emerso che vengono sempre meno a S. Salvo turisti dall’estero e dal Nord-Italia mentre crescono le presenze di turisti campani e pugliesi. Un cambiamento che spinge anche a modificare l’offerta, a volte ad abbassare la qualità dei beni e dei servizi oppure i costi degli stessi. Tuttavia è chiaro che ci si trova di fronte a dei cambiamenti nel modo di intendere le ferie e di vivere i luoghi di vacanza. I turisti sono sempre più esigenti, chiedono, specie i giovani, più luoghi di divertimento ma anche di ricreazione e cultura, un ambiente più curato e valorizzato. Insomma, insieme al mare e al sole, al riposo e alla tranquillità si cercano occasioni per vivere esperienze nuove, conoscere meglio le persone e i luoghi: in sintesi più socialità e meno degrado. L’impatto della crisi economica comincia però a farsi sentire. Le vacanze tendono a diventare più corte e, da un paio di anni, il boom delle presenze turistiche si concentra, grosso modo, sulle prime tre settimane di agosto; quello dei vacanzieri pendolari sui fine settimana. Inoltre si guarda di più ai prezzi e alla spesa, esigendo prezzi e tariffe contenute oppure tagliando su alcuni consumi (come la ristorazione o servizi non ritenuti indispensabili). Permane inoltre un grande divario tra la stagione turistica della Marina di S. Salvo e quella della città alta, del suo Centro storico in particolare: tanto da potersi dire che se alla Marina la stagione 2011 è stata caratterizzata da “luci e ombre” al centro storico sono prevalse senz’altro le ombre. E se i residenti di S. Salvo Marina si lamentano a volte per gli eccessivi rumori e la musica ad alto volume, gli operatori del Centro storico si lamentano della desertificazione di quest’area, un processo che dura da molti anni che, in assenza di contromisure, non sembra volersi arrestare. Che dire al proposito? Che certo si può fare di più e meglio, ma che a ciascuno spetta la propria parte: al pubblico, al privato e persino all’utenza (nel rispetto del patrimonio e delle strutture esistenti). Ci troviamo infatti nel bel mezzo di una crisi che impedisce grandi investimenti e quindi gli adeguamenti delle strutture e dei servizi pubblici. E anche alla crisi di una politica turistica concertata tra Regione, Province e Comuni o tra la costiera e l’entroterra (a San Salvo Marina si è chiusa anche l’esperienza di “Aria Aperta”, una manifestazione che avrebbe dovuto costituire una vetrina per la valle del Trigno e i suoi prodotti nonché attivare un proficuo rapporto mare-montagna). Ma si può gestire al meglio ciò che esiste e qui vanno responsabilizzati sia gli amministratori pubblici che i lavoratori nei servizi. Il mantenere puliti gli spazi pubblici, l’impedire le microdiscariche, il vandalismo e il degrado delle aree pubbliche è qualcosa di perseguibile, a costi prossimi allo zero. E poi c’è bisogno di idee. Qualche balneatore e qualche lettore hanno proposto quello di Rimini-Riccione come modello di riferimento per i servizi e i divertimenti ma anche per l’offerta molto variegata nei prezzi. Altri invece hanno messo in guardia dalla “riminizzazione”, un modello che sarebbe già superato, almeno da alcune fasce di utenti, molto attenti alla qualità dell’ambiente e della vita. Altri ancora hanno suggerito il modello Termoli, dove il borgo vecchio e l’area un tempo più degradata della cittadina,grazie ai restauri e alla riqualificazione funzionale, sono divenuti in 10-15 anni il centro delle attività turistiche bassomolisane. Così come si potrebbe riflettere sulla enorme importanza acquisita dal turismo enograstronomico, dove San Salvo, nonostante le potenzialità (abbiamo la più importante cooperativa agricola della Regione, l’Euro-ortofrutticola), non ha fatto quasi nulla. Eppure le sagre nei paesi dell¹entroterra (Torrebruna, Tufillo, Carunchio ecc.) sono andate bene e meglio è andata la fiera del miele di Tornareccio, una manifestazione che coinvolge l’intero paese e lo valorizza soprattutto nella parte storica. Gli spunti di confronto e riflessione dunque non mancano, sicché, a conclusione di questa nostra inchiesta, riteniamo che si debba continuare ad affrontare il tema del turismo ma sempre sulla base di idee ed esperienze concrete che, quando ci sono, portano solo vantaggi, ai singoli come alla collettività.
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