La dirigenza della Pilkington e i sindacati tornano a parlare, ma la sostanza non cambia. Una settimana fa un comunicato congiunto di Cgil, Cisl e Uil interrompeva le relazioni con i rappresentanti dellâazienda che produce parabrezza per auto e proclamava il blocco degli straordinari. Una clamorosa rottura legata allâannuncio dei 210 esuberi â 100 operai e 110 impiegati â e allâuso eccessivo della cassa integrazione. Ieri mattina gli stessi vertici aziendali hanno richiamato al tavolo i sindacati per ricucire lo strappo. Le posizioni, però, restano distanti. Emilio Di Cola (Filctem-Cgil) parla di risposte insoddisfacenti: «La società non vuole fissare date certe per valutare le nostre proposte. Le loro sono risposte-fotocopia». Cassa integrazione ed esuberi ruotano anche intorno allâutilizzo di personale esterno (circa 30 addetti): «Alcuni lavori di manutenzione eseguiti dalle ditte esterne possono essere svolti dagli operai. Abbiamo proposto bandi di concorso interni perché le professionalità ci sono. Anche reimpiegare una sola unità del personale in esubero sarebbe importante». Lâaltro tasto dolente è lâuso indiscriminato della cassa integrazione: «Abbiamo sempre detto sì a una cassa integrazione equa. Non è così. Alcuni reparti sono fermi, in altri si fanno gli straordinari». Lâaltra notizia è il principio di sfaldamento del fronte sindacale unico. Per la Cisl lo sforzo dellâazienda è sufficiente per riaprire il tavolo, come confermato da Franco Zerra: «Le loro risposte non sono ancora pienamente soddisfacenti, ma per noi della Cisl, bastano per ricominciare a discutere dei punti in sospeso, ad esempio il piano-ferie. Per gli altri, evidentemente no». Oggi, in mattinata, le parti dovrebbero tornare a incontrarsi, ma Cgil e Uil hanno già negato la propria disponibilità .