Questioni aperte per la Pilkington: i sindacati sospendono lo stato di agitazione

Chiesta chiarezza e programmi certi per la gestione della crisi nella multinazionale del vetro

Paola Calvano (Il Centro)
17/06/2012
Attualità
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Esuberi, precarietà, futuro incerto. Le Rsu, rappresentanze sindacali unitarie, della Pilkington sospendono lo stato di agitazione ma chiedono certezze e chiarezza sui programmi.

Lo hanno ribadito ai dirigenti della multinazionale del vetro nel corso di un nuovo summit che si è tenuto in fabbrica. Il 20 e 21 giugno, nel corso del forum europeo in programma a Bochum, in Germania, si decide il futuro di Piana Sant'Angelo. Si paventa la chiusura della linea Automotive. Nippon Sheet Glass (Ngs), la società capogruppo della Pilkington, guarda con sempre maggiore interesse ai Paesi dell'Est europeo. I sindacati, preoccupati per le ricadute occupazionali in Abruzzo,cercano di scuotere la politica. «Serve un intervento urgente delle istituzioni. La Polonia è una concorrente molto pericolosa», ammoniscono Cgil Cisl e Uil.

 

IL NUOVO SUMMIT - Fumata bianca nel corso del nuovo vertice convocato dai dirigenti della Pilkington. Questa volta al faccia a faccia con Graziano Marcovecchio, durato più di tre ore, ha partecipato anche la Uil. I sindacati sono tornati a chiedere tutti insieme l'abbattimento degli straordinari, cassa integrazione più equa e a rotazione, lotta agli sprechi e tagli delle spese anche fra i dirigenti, incontri periodici per verificare l'andamento produttivo e i programmi. Pilkington si è mostrata comprensiva. Le riunioni sindacali diventeranno molto probabilmente settimanali e la lotta agli sprechi interesserà anche il settore dirigenziale. Il programma di ristrutturazione non risparmierà neppure i colletti bianchi. Soddisfatti delle risposte ricevute Emilio di Cola (Cgil), Gabriele Barisano (Uil) e Massimiliano Recinelli (Cisl). Al termine dell'incontro è stato redatto un verbale affisso in bacheca per mettere al corrente i lavoratori. Le Rsu prossimamente inizieranno a discutere con l'azienda del piano ferie, del premio di partecipazione, contratti di solidarietà e indennità di mansione. Nel frattempo, i rappresentanti di fabbrica insieme ai segretari provinciali dei sindacati tornano a chiedere aiuto anche alla politica. «I sindacati e i lavoratori sono pronti a rimboccarsi le maniche e a fare sacrifici. Ma è necessario che anche le istituzioni, ognuna per quanto di propria competenza, si impegnino per convincere la Pilkington e soprattuto Nippon Sheet Glass a scommettere ancora sul sito di San Salvo», ha affermato Emilio di Cola.


L'INCUBO POLONIA - Il 20 agosto 2011 l'annuncio di un investimento da 88 milioni per la realizzazione di un nuovo stabilimento a Chmielow per la produzione di finestrini per auto. Un mese fa la nascita dell'Euro Park, un attrezzato parco logistico a servizio dell’impianto.La Polonia è una pericolosa concorrente per i lavoratori della Pilkington di Piana Sant’Angelo. La necessità di contenere i costi dirige l'attenzione dei vertici della Nippon Sheet Glass verso l'Est europeo dove tasse e energia costano meno. Entro un anno sarà pienamente operativo l'impianto di Chmielow. Nella fabbrica che occuperà 400 lavoratori saranno prodotti sette milioni di finestrini per auto l’anno. I costi saranno ulteriormente ridotti con l'inaugurazione del parco logistico a sud est della Polonia finanziato dalla Wp Carey Europe e pronto a fine anno. Tutto questo spiega i timori espressi soprattutto sul fronte sindacale. Cgil, Cisl e Uil chiedono l'intervento delle istituzioni. La paura serpeggia in fabbrica e nel comprensorio.

 

OSSERVATORIO SULLE AZIENDE - La Regione è pronta a fare la sua parte, ma preferisce aspettare il summit tedesco del 20 giugno prima di muoversi. «È necessario stabilire la natura della crisi. Se è un problema che la Regione può risolvere la politica farà la sua parte», dice il consigliere regionale Nicola Argirò. «Tutti gli interessati del territorio devono fare la loro parte», insistono Franco Zerra, Arnaldo Schioppa e Giuseppe Rucci, segretari provinciali di Cisl , Uil e Cgil. «Vincere la partita è di vitale importanza per la sopravvivenza di decine di aziende dell’indotto. È in gioco il futuro di centinaia di famiglie. Non c’è più un minuto da perdere. Tutto quello che può essere fatto, va realizzato nell’interesse delcomprensorio. Sindacati, amministratori, industriali, politici: è necessario creare una task force per salvare l'occupazione alla Pilkington ma anche nelle altre aziende del Vastese. Va istituito un tavolo permanente che affronti il nodo della crisi in tutte le sue sfaccettature».

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