Il problema per noi bambini era trovare la âchicocciaâ (la zucca).
Le âchicoccieâ si mangiavano ed era un vero peccato sprecarne qualcuna per farvi una âtesta di mortoâ (la coccie de morte).
Qualcuno, però, soprattutto se era figlio di contadini, la âchicocciaâ riusciva a procurarsela, quella di tipo lungo, meglio conosciuta come zucca napoletana, e così noi bambini, tutti insieme, potevano dare sfogo alla nostra creatività , realizzando in comunione la spettrale creatura ludica.
La âchicocciaâ, sezionata in una estremità in modo tale che si formasse una base su cui poggiasse, veniva ripulita del suo interno; poi si praticavano due fori (che erano gli occhi), un taglio fra i due fori precedenti (che era il naso) e sotto il naso lâultimo taglio (che era la bocca). Spesso il taglio per realizzare la bocca era il momento più difficile, perché qualcuno lo zig-zagava per realizzare una specie di dentatura.
Dentro la âchicocciaâ, così ritagliata, veniva inserita una candela accesa (altro oggetto che si reperiva con un poâ di difficoltà ) e la âcoccie de morteâ, ricavata dalla zucca, era così bella e pronta per fare il suo macabro sfoggio nelle notte del 31 ottobre , in attesa della ricorrenza di âOgnissantiâ del 1° novembre.
Più era grande la âchicocciaâ e più era motivo di orgoglio e di vanto da parte dei bambini mostrare la propria âcoccie de morteâ da guinnes dei primati.
In ogni quartiere ve ne era minimo una. Spesso, invitati dai compagni di scuola, che abitavano in altri quartieri, andavamo in frotta ad ammirarle in una specie di peregrinaggio, come quando la settimana santa si andava con i genitori a fare la visita serale a li âSippilucheâ (ai Sepolcri).
A dire il vero quelle âcoccie de morteâ, anche se eravamo consci che si trattasse di una creatura frutto della nostra manualità , facevano a noi stessi un poâ di impressione. Quando di notte le illuminavamo allâinterno, ci incutevano incosciamente un certo timore; era come se noi bambini sfidassimo lâarcano, entrando in una dimensione lugubre, in unâatmosfera macabra, evocando i fantasmi e strani presentimenti.
Ma era un attimo. Lâilarità ed il gioco prendevano subito dopo il sopravvento, mentre andavamo a nasconderci dietro a qualche muro per vedere lâeffetto che provocava, alla sua vista, ad un ignaro passante.
In realtà , a quei tempi, erano altri i personaggi misteriosi che spaventavano noi bambini. Erano entità da incubo, che seppure frutto della fantasia popolare (ma allora non lo sapevamo), erano raccontati dai âgrandiâ e quindi reali. Tra questi erano famosi âlu puapuscieâ (lâuomo nero), âlâarze menareâ (lâorso-lupo mannaro), âlu muazzemarelleâ (il folletto) ed altri personaggi spaventosi di cui sovente gli adulti si servivano per indurci a fare i bravi.
I tempi oggi, con il progresso, sono cambiati.
Anche la âcoccie de morteâ si è fatta di lusso, si è internazionalizzata. Con la globalizzazione sono arrivate le âchicoccie americaneâ. Quelle italiane, e ce nâerano e ce ne sono tante, non sono più di moda. Oggi la âcoccie de morteâ si chiama âHalloweenâ e si fa festa alla grande.
Il consumismo ha cambiato il mondo e le sue tradizioni. Accanto alle feste religiose, che sono passate in secondo piano, oggi si festeggia la santa âfesta della donnaâ, la santa âfesta del papà â, quella della mamma, dei nonni e di âtutte lu sciuppunateâ (parentela) e mica potevano essere dimenticati i parenti defunti!
Il mondo cambia e la modernità ha cambiato gli usi ed i costumi.
âLa coccie de morteâ ha lasciato il posto alla notte di Halloween in cui i grandi si vestono come a Carnevale da âmiscarateâ (maschere), mentre fiumi di birra ed alcool scorrono nei pub e nei locali attrezzati.
I bambini guardano cartoni animati con mostri spaziali, films con zompies, alieni e si fanno un sacco di risate. Il lupo di âCappuccetto rossoâ, animale cattivo di una fiaba giudicata pedagogicamente antieducativa, al confronto fa la figura di un cane randagio.
Come sono lontani i tempi delle âchicoccieâ quando alla vigilia del giorno di Ognissanti, âle coccie de morteâ illuminate , incutevano in noi bambini, di notte, un certo timore per lâarcano.
Erano altri tempi.
Erano i tempi in cui la gente conosceva un solo Dio e non ancora il Dio denaro.
Erano i tempi in cui il 1° novembre, si onoravano i defunti in modo antico, alla vigilia del giorno di Ognissanti.