«Minuti interminabili che nessuno vorrebbe vivere sulla propria pelle». Sono quelli vissuti dalla titolare della gioielleria Giorgetti che venerdì scorso ha subito una rapina nel tardo pomeriggio (leggi). In tre sono entrati in azione, uno di loro ha puntato una siringa alla gola della commerciante conosciuta da tutti in città .
Al grande spavento ora segue la delusione. Nessuna solidarietà , nessun messaggio è arrivato dalle istituzioni.
Il centro di San Salvo per chi ci lavora - e non solo - è insicuro quando arrivano le ore serali.
È ciò che emerge dalle amare parole di Antonio Giorgetti, figlio della gioielliera rapinata, che ospitiamo su sansalvo.net e che invitano a una profonda riflessione.
Era il 1993 ho scelto il primo maggio "la festa dei lavoratori" per inaugurare il mio piccolo laboratorio di orologeria a San Salvo che pian piano è diventato il negozio di orologi più fornito della zona. Visto il poco spazio tanto erano ammassati gli orologi che ero quasi una specie di Felice Sé Bon!! Ne è passato di tempo!!
Poi nel 2000, insieme alla mia famiglia ho aperto la gioielleria!! San Salvo mi ha dato tanto... Ma penso anche di aver dato tanto. Ho vissuto il periodo nel quale il centro e corso Garibaldi erano vivi. Pieni di negozi e di gente. Poi il declino totale, l'abbandono, dovuto a mio avviso a scelte scellerate da parte delle istituzioni, o meglio a non scelte!!
Poi ahimè ho dovuto necessariamente trasferirmi a Vasto. Lasciando sole mia mamma e mia sorella. Ma non mi sarei mai immaginato di lasciarle così sole. Mia mamma è stata spintonata bloccata minacciata con una siringa in gola. Rapinata di tutto. Ma soprattutto della sua dignità di donna e di imprenditrice!
Tanta solidarietà da parte di amici e clienti, ma da parte delle ISTITUZIONI il nulla!! Non una visita, non una chiamata.. NULLA. Solo il grande lavoro che stanno facendo i carabinieri per assicurare alla giustizia i colpevoli. Ma i carabinieri sono un'altra pasta, non sono mica politici!!
SCHIFATO