Un minuto di silenzio. à iniziata così. Un abbraccio al centro del campo e poi arriva il fischio di inizio. Otto mesi di sudore e fatica, otto mesi di speranze, sogni e delusioni. Otto mesi di sacrifici e di rivincite. Termina tutto oggi, in una delle partite più belle dellâanno, risultato a parte. Perché, purtroppo, la vittoria, lâhanno portata a casa loro, gli altri. A Pescara si festeggia, a San Salvo, scende qualche lacrima.
Non starò qui a parlarvi di numeri, ma solo di emozioni. Il primo set, come in un sogno: strapotere B.T.S., in tutti i fondamentali, Pescara sembra incredula, come allâandata fatica a entrare in gara, e il primo set è incamerato.
Nel secondo, il Pescara inizia a giocare, per davvero, partita incandescente, punto su punto, nessuno molla niente. E alla fine la spunta lei. Uno pari.
Nel terzo, il più folle di tutti, continui rovesci di fronte, col pubblico in delirio, da una parte e dallâaltra, con Bozzella protagonista, dentro e fuori dal campo, si proprio lui, che lâanno scorso le partite le guardava dalla panchina, questâanno è stato un esempio di come, quando vuoi qualcosa, se davvero ci credi, e trovi qualcuno che ti dà fiducia, tutto può succedere. Nelle ultime due gare è stato uno dei protagonisti indiscussi, quel pazzo, incosciente numero 5. Ok siamo dâaccordo che in ricezione câè ancora da fare, ma concedetemelo: come esulta lui nessuno mai. E il pubblico ringrazia.
Il nodo cruciale di tutto il match lo vede protagonista: su una palla alzata fuori banda, ma proprio molto fuori banda, si inventa uno di quegli attacchi in extrarotazione che schiantella nei tre metri senza repliche. E il pubblico è in delirio. Purtroppo lo è anche il secondo arbitro che lo giudica fuori asta. Ma caro arbitro se davvero fosse stato fuori asta, non sarebbe mai potuto cadere sulla diagonale stretta nellâaltro campo, ma molto più dietro, nda...
Anche il primo arbitro ha una sola pecca, in una partita arbitrata bene, il cartellino rosso al povero Colamarino, fino ad allora mattatore, colpevole di aver battuto le mani per distrarre lâavversario. O almeno credo sia per quello, perché nemmeno il secondo arbitro, su nostra domanda, aveva capito il perché. E il nervosismo prende il sopravvento. Anche il terzo set viene incamerato dal Pescara che passa a condurre per due a uno.
Del quarto set ricorderò sempre una cosa: il mister dice basta al nervosismo, si pensi a giocare bene ma divertendosi insieme. Ebbene non potrò più scordare la faccia di Turtora, il suo sorriso innocente nel giocare una partita si importante, ma per il piacere di farlo. Lui che in campo è come un vigile urbano, perché dà ordine e tranquillità alla squadra, e tutti lo ascoltano senza mai contestare. Un leader. Dalle tribune i due fratelli lo osservano, e, speriamo per la B.T.S. che possano ripeterne il cammino, e perché no, riuscire a volare ancora più in alto.
Quando il set è ormai compromesso, entra Lauditi, classe â98. Lâemblema del coraggio unito alla passione. Non gliene può importare di meno del punteggio. Lui è entrato per fare del suo meglio, perché fino a quando lâarbitro non decreterà la fine, lui continuerà a crederci. Compie due magie prima che il set arrivi mestamente alla sua conclusione. Eâ tre a uno per Pescara, la posta in palio, la Serie C, è tutta loro. Alla B.T.S. non resta che tornare a casa a mani vuote, e, lâemozione della gara è tutta negli occhi lucidi del capitano Di Virgilio e le lacrime dello scricciolo Di Stefano.
Quando si vince, è merito del gruppo, quando si perde è sicuramente colpa dellâallenatore. Mister Di Cesare ne ha molte di colpe: è colpevole di essere partito con lâobiettivo della salvezza, ed essersi ritrovato in finale; colpevole di aver disputato un campionato pieno di emozioni, tenuto vivo fino allâultima giornata; colpevole di aver trasformato dei singoli in una squadra; colpevole di essere arrivato in finale, permettendo a tutti i sedici ragazzi della rosa, di poter dare il loro contributo, in una partita o nellâaltra; colpevole di averci illuso che questo campionato poteva essere nostro, ma, ahimè, il sogno è sfumato. Ti toccherà provarci ancora Mister, come hai sempre fatto nella tua giovane carriera, ti conviene non mollare, e continuare a stupirci, anche perché, in bacheca, tua moglie, conta ancora qualche coppa in più di te. Occorre recuperare terreno.
Altro colpevole il presidente, per aver creato dal nulla una squadra che oggi, ci ha regalato tanto. Tutti i ragazzi, eccetto uno, provengono dal settore giovanile. Quel settore giovanile che ha creato con le unghie e con i denti. Quante sconfitte allâinizio, ma lui non ha mai mollato. E ha insegnato ai suoi ragazzi a fare altrettanto.
I dirigenti, Simone, Teresa, Antonio e Michele, per esserci stati vicino, per qualsiasi cosa, loro erano lì, pronti a sostenere i ragazzi, ma anche a rimproverarli quando uscivano fuori dai ranghi.
Permettetemi di citare anche un altro colpevole illustre, lâimmenso Maurizio Placidi. Davvero non riesco a ricordare come la B.T.S. potesse esserci prima di lui. Lui così alto e imponente, se si arrabbia câè da tremare, quante ramanzine si sono beccati gli atleti. Tutte più che meritate. Una passione e una gioia infinita. Lui ama dire, che ogni anno ha imparato una cosa nella pallavolo. Ora ha sessantâanni, lui può dire di sapere sessanta cose. Caro Maurizio, non sei tu che devi imparare. Siamo noi che dobbiamo prendere esempio dalla tua gioia di vivere lo sport.
à notte fonda ormai, la giornata è finita, la gara è ormai andata, ma la sentenza è scritta: colpevoli, tutti quanti colpevoli, PER AVERCI REGALATO UN SOGNO.
Grazie ragazzi.
Ciao Enzo, alla fine te ne sei andato. Hai lottato con le unghie e con i denti contro quel male che ti ha strappato via alla tua famiglia troppo presto. Hai lottato con quel coraggio e determinazione che non potremo mai dimenticare, perché continueremo sempre a vederli negli occhi di tuo figlio Manuel. Hai lottato e sofferto in silenzio, come un signore quale sei sempre stato. Di poche parole, ma come si dice in gergo poche ma buone. Non alzavi mai la voce, ma questo non significa che non fossi presente. Ci sei sempre stato, quando la B.T.S. è nata, tu câeri, e ti ringrazio per avere avuto fiducia in noi, ed averci affidato uno dei tuoi beni più preziosi. Ti ringrazio per averci sempre sostenuto, per essere stato il NOSTRO tifoso. Ricordo con affetto una delle trasferte in cui siamo rimasti in panne sullâautostrada perché la mitica Panda aveva fuso il motore. Ricordo quando, hai acquistato la macchina fotografica ed instancabilmente ad ogni partita eri lì pronto ad immortalare preziosi momenti. Ricordo ancora, quando mi hai fatto lâimmenso onore di affidarmi quella preziosa macchina fotografica, prima di partire per il trofeo delle regioni di beach con Manuel, per poter scattare quelle foto al posto tuo. Ricordo il tuo orgoglio di padre, nella splendida vittoria contro il Montorio nellâu19 . E ricorderò la partita di oggi. Scusaci Enzo, volevamo dedicarti una vittoria ma non ce lâabbiamo fatta. Ma ti prometto che ci riproveremo ancora, tu però prometti che continuerai a guardarci da lassù.
Ciao Enzo