SAN SALVO â Nel â delicato Consiglio comunale ordinarioâ del 23 maggio â15, il liberal (la definizione calza più che mai trattandosi di uno che si è sempre definito liberale) Nicola Argirò (che poteva fare quattro cose: voto con lâopposizione, voto con la maggioranza, astensione ed assenza) ha deciso per la seconda opzione, ma lo ha fatto con tanti se e tanti ma⦠Infatti, egli ha votato il bilancio,
ma si è dichiarato dâaccordo con la minoranza su unâ inversione di un punto allâordine del giorno, inducendo il capogruppo Stefano Battista a ritirare la richiesta;
ma si è dichiarato dâaccordo con la minoranza su una mozione sul Piano regolatore, giustificandolo con un precedente del 2001 ed esibendolo una copia del Centro di quattordici anni fa (dimostrando ulteriormente che ha memoria storica e documenti da usare se e quando gli serviranno);
ma si è dichiarato dâaccordo con la minoranza su una mozione di sostegno al Corpo forestale ed al momento del voto si è assentato;
Inoltre, Argirò ha votato il bilancio, anche se si è detto deluso dellâoperato della Giunta, trovando in questo il conforto di Fernando Artese, altro liberal, che ha detto di essere un poâ deluso; anche se ha confermato di essersi sentito abbandonato dai suoi amici di sempre e dal suo partito; anche se si ha parlato di fiducia a termine, confermando la nostra ipotesi e cioè che i problemi a destra si risolveranno solo se e quando Argirò sarà nominato assessore. Ma sarà nominato assessore, consentendo a Vincenzo Larcinese di diventare consigliere e riportando davvero a dieci la maggioranza, con la riduzione o eliminazione dei Non(n)i ? Si tenga conto che per la ripresa della seduta si è dovuto attendere 40 minuti per lâarrivo di Non(no) Fernando Per lâingresso in Giunta, possiamo leggere alcuni interventi: aperture di credito nei confronti del neo fiduciante a termine sono venuti dagli interventi di Tonino Marcello e Vincenzo Ialacci, mentre nei ringraziamenti, Spadano ha confermato piena fiducia alla Giunta ovvero: âNessuno tocchi gli assessoriâ, che poi è anche la posizione di Fabio Raspa. Per cui, come la storia insegna, alla fine il rebus âassessore si / assessore noâ dovrà essere risolto da chi ne ha podestà legislativa e cioè il sindaco. La Magnacca - si sa- in cuor suo vorrebbe lasciare tutto come sta, perché: non farebbe incavolare nessun suo collaboratore di questi primi tre anni; conserverebbe lâarmonia di Giunta (dove ha sempre lâultima parola e solo qualche âcontroversia verbaleâ col vice), che ovviamente la nuova autorevole ed esperta presenza di Argirò non garantirebbe; non farebbe uno sgarbo politico ai Non(n)i Spadano e Raspa . Tuttavia il sindaco sa pure che mettersi ulteriormente contro Argirò le potrebbe costare caro perché: nelle sedute consiliari, con lâex consigliere regionale è spesso dâaccordo Non(n)o Fernando, che va sempre più scalzando il ruolo di Non(n)o per antonomasia di Fabio Raspa; comunque avrebbe in Giunta il suo braccio destro Giancarlo Lippis; in futuro egli potrebbe dare vita ad una lista di âliberal di destra âcontro lâAmministrazione uscente. Potremmo concludere così, ma ci piace rilevare che il numero 3 ha dominato lâultimo Consiglio: 3 sono i consiglieri di sinistra rimasti in aula al momento del voto, cosa che ha fatto pensare a Spadano âmal comune, mezzo gaudioâ; 3 sono i se di Argirò; 3 sono i ma di Argirò; 3 sono i motivi per cui il sindaco dovrebbe portarselo in Giunta; 3 sono i motivi per cui il sindaco potrebbe lasciarlo in Consiglio; 3, sempre 3 sono i liberal (1 è la DâAddario, che si è seduta addirittura sui banchi della sinistra, e 2 sono Fernando Artesee lo stesso Argirò); 3 è sottomultiplo di 9, che è il numero da blindare in Consiglio se si vuole andare avanti; 3 è il sottomultiplo di 9 da cui scaturisce Non(no), mai i Non(n)i ora sono più di 3. Cova il fuoco sotto la cenere a destra. Riusciamo ad intuire cosa farà Argirò, ma non cosa farà il sindaco.
Ringrazio l'amico Antonio per questo spazio. Orazio