Storie di donne: Catia D'Ascenzo

Antonia Schiavarelli
26/02/2016
Attualità
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Storie di donne oggi parla di Catia D’Ascenzo.

Catia classe ’71, figlia di emigranti, nata e cresciuta in Svizzera in un piccolo paesino delle Alpi svizzere, arriva a San Salvo nell’80, in pieno boom economico della nostra piana industriale, come molti in quegli anni.

Ma a Catia va subito stretta la vita di paese, abituata ad una certa indipendenza, gli occhi e i giudizi di un paesotto del sud Italia, dove il controllo sociale era dato non dalle forze dell’ordine, ma dalle vicine pronte alla finestra, risultavano opprimenti.

Catia comprese presto che per tornare ad avere quell’autonomia perduta, era necessario studiare. Aveva le idee ben chiare voleva andare all’università, laurearsi. Nonostante le resistenze della madre e grazie al sostegno del padre, Catia parte con un diploma di maestra, per la facoltà di Scienze economiche e bancarie a Siena.

Una mente brillante e un carattere caparbio, contribuirono a costruire un percorso universitario lineare e aperto al mondo, grazie alla presenza di studenti stranieri e ai primi Erasmus. Si laurea con 110 e lode.

Dopo l'università il Master in gestione del sistema moda a Modena, finanziato dal fondo europeo e dall'associazione degli industriali di Modena. Un anno di teoria e corsi pratici, 15 studenti pieni di grinta e voglia di fare. Catia alla fine del suo percorso, viene presa dall’azienda presso la quale fa lo stage, l’Avirex a Carpi, nel pieno della nebbia della Padania.

“Mi assunsero anche grazie al mio francese, avevano bisogno di una madrelingua per seguire l'acquisizione di una piccola azienda nel sud della Francia...cosi fui letteralmente lanciata nel mondo del lavoro europeo, mi diedero piena fiducia e cominciai a lavorare con impegno, serietà e dedizione. Ero giovane e single, troppo presa dal lavoro, dall'ambizione e dalla mia voglia di crescere, per poter "sottomettermi" all'altro sesso ed alle sue condizioni”.

Dopo l’Avirex ci furono gli anni nella Sixty a Chieti Scalo e poi Guess a Firenze. Fu allora che in veste di direttore commerciale Europa, venne trasferita a Lugano per lo spostamento della sede aziendale, “Che giri lunghi fa la vita, per riportarti a volte nel punto di origine. Ci sono ancora le mie amate mucche al pascolo, 143 nazionalità diverse residenti in un comune di 80.000 abitanti”.

Nel 2009 conosce l’uomo che sarebbe diventato suo marito, "con lui ho trovato la persona che ancora mi permette di accettare nuove sfide e crescere, sostenendomi sempre". Nel 2015 diventa mamma di due gemelli.

Catia oggi si divide tra famiglia e lavoro. E' stata vice presidente Europa della linea abbigliamento donna di Michael Kors e da gennaio 2016 della Joseph Ribkoff, marchio canadese. Gestisce un team di 60 persone in Europa per le strategie di posizionamento e sviluppo dei marchi.

Catia è un bel esempio, di quelle donne che comunemente oggi vengono definite “equilibriste”, ossia donne che riescono a mantenere in equilibrio vita privata e realizzazione professionale, ma soprattutto è la prova che con caparbietà, impegno e duro lavoro i risultati arrivano, basta avere un sogno ben chiaro da perseguire e da raggiungere. 

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