Il professor Bruno, era amato e rispettato dai ragazzi perché lui in primis li amava e li rispettava

Storie di vita

Maria Napolitano
15/01/2017
Territorio
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“Oggi è il compleanno” (il presente è d’obbligo per una persona come lui che credeva fermamente in Dio) del professor Antonio Bruno, prematuramente tornato alla casa del Padre il 3 maggio 2011 dopo un periodo di malattia.

Antonio (da tutti conosciuto come il professor Bruno) è nato a Trivento il 15 gennaio del 1950 ed era il primo di quattro figli maschi. Sin da ragazzo era appassionato di poesia, letteratura e arte e nel tempo ha coltivato tantissimi altri interessi. Ogni volta che aveva dei momenti bui se ne creava uno nuovo. Era arrivato persino a costruire dei mobili ben fatti e belli per la sua casa.

Nel periodo del boom economico, per motivi di lavoro la sua famiglia si è trasferita qui a San Salvo. Antonio è sempre stato un punto di forza e motivo di orgoglio (era riuscito a emergere semplicemente grazie alle sue forze) per la sua famiglia di origine.

Dopo gli studi del magistrale ha conseguito la laurea in Letterature e lingue straniere alla Sapienza di Roma mantenendosi agli studi lavorando. Ha seguito il corso di Allievi per Ufficiali dell’Esercito a Taranto.

Nel periodo dell’Università e del militare tornava a San Salvo solo nel periodo estivo e in una di queste capatine era entrato nel bar di Silvio Ialacci in via Stadio e sin dal primo sguardo aveva deciso che colei che le serviva il caffè (Maria, la figlia del titolare del bar) doveva diventare sua moglie. E così è stato! Maria per i più era una ragazza inarrivabile proprio perché figlia del titolare di un bar. All’epoca anche lei stava all’università all’Aquila e nel periodo estivo dava una mano al bar. Maria non è stata attratta dalla bellezza fisica di Antonio quanto dalla sua profonda cultura e amore per la poesia. Sin dal primo caffè si esprimeva con le rime di Neruda, parlava di narrativa e di arte. La sua spiccata propensione per la poesia si era già manifestata a 16 anni quando aveva vinto un concorso di poesie. Sino all’ultimo periodo, amava accogliere la sua sposa in casa con le musiche più belle di Verdi, Rossini, Elvis Presley e tanti altri.

Nel dicembre del 1975 Maria e Antonio sono convolati a nozze. All’epoca nessuno dei due aveva un lavoro stabile e per creare un supporto finanziario Antonio ha avviato uno studio di assicurazione e di consulenza contabile. Siccome aveva cominciato anche a fare supplenze nelle scuole aveva inserito nell’ufficio anche due ragazze che anche grazie al professor Bruno sono riuscite entrambe ad aprire uno studio di contabilità in proprio.

Qualche anno più tardi sono arrivate due bellissime novità Lorenza e Andrea che hanno rallegrato, in due momenti distinti,  il nido d’amore di Antonio e Maria.

Nel 1989 finalmente, dopo supplenze in varie sedi e salti mortali per gestire le due attività e l’anno di straordinariato a Pozzuoli, Antonio è riuscito a diventare un docente di ruolo di inglese della “Salvo D’Acquisto” qui a San Salvo.

Quando il figlio Andrea è entrato negli scout, anche Antonio è rimasto affascinato da questo mondo ed è diventato un eccezionale capo. Si prodigava in diecimila modi per essere un buon educatore anche in questo ambito.

Amava il mare, la montagna e la moto. Aveva tre amici per la pelle con ognuno dei quali condivideva una passione, con Mario Di croce l’amore per la montagna e la raccolta dei funghi, Fernando Fabrizio per la moto, e Marco Mosca per il mare.

Come padre e come educatore diceva sempre ” Vola alto”.  

 

Il Reparto “San Giuseppe” del San Salvo 1 rende omaggio a un loro compagno di avventura.

 Martedi 3 Maggio ci ha lasciato, a soli 61 anni, il professore Antonio Bruno, al culmine di un periodo di malattia che lo ha allontanato dalle sue più grandi passioni.

Di certo di lui se ne parlerà per molto: un uomo dai molti interessi, di grande tenacia, disponibile, attento agli altri, serio ma divertente all’occorrenza.

Chi l’ha conosciuto gli è stato vicino nella vita come lo è stato nella morte e lo ha accompagnato e commemorato in chiesa con commozione, dispiacere, ma con il ricordo di un uomo forte, educatore di lavoro e di vita.

Alla sua professione di insegnante univa la sua passione per la vita scout: un cammino iniziato verso i cinquant’anni che noi non arresteremo, ma porteremo avanti conservando nella memoria il suo esempio.

La sua vita è stata veramente una “Buona Strada”, con la bussola sempre diretta verso Dio e verso un “nord” pieno di attenzione e di amore per i propri ragazzi.

Ai giovani ha dedicato oltre che il suo sapere,  la sua allegria e la sua forza di volontà. Puntando a che loro costruissero il loro futuro su basi ferme, su fondamenta sicure ed incrollabili.

Lui non c’è più, ma rimarrà sempre vivo in noi attraverso tutti i suoi insegnamenti e uno di essi è: “ogni uomo deve attraversare il proprio inferno, per raggiungere il paradiso â€

“Le Pantere” del Reparto San Salvo l

13 maggio 2011

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