Probabilmente dipende dal fatto che è ancora molto viva lâeco del carnevale. Fatto sta che le ultime notizie che ho letto su sansalvo.net mi hanno fatto pensare al carnevale. Mi riferisco agli articoli in merito alla travagliata e mai finita gestazione di una possibile candidatura ânon di destraâ per la prossima competizione elettorale cittadina. E dico ânon di destraâ perché mi risulta molto difficile, al momento, capire se allâorizzonte potrà mai spuntare una coalizione di centro o centro sinistra, o centrosinistra allargato, con o senza la sinistra più sinistra... e così via.
Mi sono già interessato di questo argomento, da ultimo (leggi) il 7 febbraio scorso a commento di un articolo di Antonio Cilli.
Da allora poco è cambiato, di sostanziale, se non (ultimo, ma presumibilmente non ultimo) lâannuncio di una candidatura âneutraâ dalla parte più centrale delle forze che dicono di guardare a sinistra più che a destra. Candidatura che è durata meno di un giorno!
Dal primo vagito della coalizione di centrosinistra, sbandierata e conclamata (17 settembre 2016) in piazza Giovanni XXIII, sono passati 167 giorni e ancora non se ne intravede una credibile evoluzione.
Ma parlavo di carnevale: perché, vi chiederete? Perché quando si parla di carnevale si pensa automaticamente alle maschere e per un melomane come me è immediato il riferimento a quel âBallo in mascheraâ che Giuseppe Verdi musicò su libretto di Antonio Somma. Succede, nella scena decima del primo atto di quellâopera, che il protagonista Riccardo (Governatore di Boston) in una celeberrima aria canti:
à scherzo od è follia / siffatta profezia; / ma come fa da ridere / la lor credulità !
Già : la credulità ! Una volta se ne interessava addirittura il codice penale (allâart. 661) che fino a un annetto fa ne sanzionava lâeventuale abuso, ora riclassificato fra gli illeciti amministrativi.
Lungi da me, devo precisarlo, ogni e qualsiasi anche solo ventilato intento denigratorio; ne scrivo, come già fatto in passato, solo per esprimere una volta ancora il senso di delusione, forse anche di frustrazione che mi trasferisce questa âstoria infinitaâ. E si parla sempre, ancora e soltanto, di candidature. A quando qualche cenno sui programmi? Quelli che davvero interessano agli elettori, che ancor prima sono cittadini e contribuenti?
O aveva davvero ragione Antonio Cilli quando, quasi rassegnatamente, ha scritto che aspetta il dopo-elezioni per vedere cosa si potrà fare?
Romolo Chiancone