Che Dio ci aiuti a dire i nostri no all'inganno del male

Don Raimondo Artese
05/03/2017
Religione
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Dal vangelo secondo Matteo Mt 4,1-11

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».

Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».

Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».

Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

 

All'inizio della Quaresima, tempo che precede la Pasqua, ci viene raccontato nel Vangelo, della prima delle 6 domeniche, il viaggio di 40 giorni che Gesù compie nel deserto, proprio all'inizio del suo cammino verso la sua Pasqua di morte e resurrezione. Ci parla delle tentazioni.

La prima cosa che ci viene da pensare: Ma questo è successo a Gesù, ma a me no. Perché il diavolo dovrebbe tentarmi?

Invece la Parola è per noi e ci dice almeno due cose:

  1. che la tentazione è una prova e fa parte della vita, attraverso la quale possiamo conoscerci meglio e crescere.
  2. che nel nostro cammino verso la patria celeste abbiamo un nemico da affrontare, che ci tenta al male, volendoci separare per sempre da Dio, per portarci alla tristezza senza fine.

Questo nemico, il “diavolo”, Gesù lo ha vinto e ci insegna come vincerlo, dandoci soprattutto la grazia di farlo! Nelle tre tentazioni il tentatore propone il suo stile, ribelle e vanaglorioso e autoreferenziale:

  1. la prima tentazione inizia in un momento di bisogno per Gesù: ha fame. Allora il diavolo gli dice: ma se sei il Figlio di Dio, cambia le pietre in pane, no? Se puoi aver tutto, perché sacrificarti? Mangia, e pensa al tuo stomaco; una volta saziato quello, sei a posto! Della serie, prima la salute, poi tutto il resto! Nulla ti deve mancare, tutto ti deve appagare! Perciò trasforma tutto a tuo piacimento: divora, saziati, appaga le tue voglie di cibo, di divertimenti, di cose... Ma quale impegno e sacrificio, ci vuole piacere, divertimento, questa è vita da "dio"! Usa le tue capacità per te stesso! Che brutto inganno c'è qui: confondere la salvezza con il benessere, pensare di essere a posto quando abbiamo appagato ogni nostro desiderio materiale. Ma guardiamoci nel cuore: chi può dirsi a posto solo perché ha una casa grande? O chi può dirsi felice solo perché ha un buon conto in banca? La nostra vita, ci ricorda Gesù, ha un'altra origine: la nostra vita non dipende in primo luogo dal pane che mangiamo, ma da Dio Padre, dal quale proveniamo e che ce lo provvede! C'è molto di più che sfamarsi continuamente: c'è da nutrirsi di un altro cibo, un cibo di vita eterna, Gesù! Solo in relazione con Lui e con la Sua parola siamo davvero sazi perché, solo Dio sazia il nostro cuore!
  1. Nella seconda tentazione il diavolo propone a Gesù di essere un Messia appariscente, potente: buttati giù, gli angeli ti sosterranno! Della serie: dai su, mettiti in mostra, così tutti ti crederanno: fa vedere chi sei! Ma Gesù non gli dà retta: Lui è umile, non è né appariscente, né teatrale. Dietro questa tentazione vediamo il pericolo della ricerca di una fede un magica, dove si va in cerca di presunte rivelazioni e segni miracolosi, cose queste che rischiano di vanificare la vera fede, che è umile ricerca, capacità di affidarsi al Vangelo. Per fare un esempio, basti pensare a quante presunte apparizioni e santoni ci sono in giro, al punto che Papa Francesco ha ricordato che «Non la Madonna capo di un ufficio postale che ogni giorno manda una lettera diversa... La Madonna vera è quella che genera Gesù nel nostro cuore, che è Madre» (Incontro superiori 25/11/2016). Dio non ha bisogno di spettacolarità, ma di umiltà! Ci vuole il coraggio di fidarsi del Signore, di ascoltare la Sua Parola e la Chiesa, senza pretendere di piegarlo alle nostre voglie, prendendocela poi con Lui se non vanno a buon fine! Infatti dietro quel "gettati giù, tanto ci sono gli angeli", non c'è forse la tentazione a prendere noi l'iniziativa, a far di testa nostra, tanto, se siamo figli di Dio e Lui ci ama davvero, ci appoggerà sempre, no?
  1. E infine, il diavolo tenta Gesù al potere, al dominio: guarda, è tutto tuo, servitene come vuoi, però ti prostrerai a me! Ecco il prezzo da pagare per avere potere e successo: piegarsi alla menzogna, mettere da parte la propria dignità. Quanti, pur di arrivare al potere, presi dal loro orgoglio, tradiscono gli amici, cadono nella corruzione, si mascherano a seconda dell'occasione?

Tutte le tentazioni ci conducono ad un bivio: volontà di Dio o volontà dell'uomo, adorazione di Dio o adorazione dell'uomo. Non si può servire a due padroni. L'uomo, che lo voglia o no, è un servo: si tratta solo di scegliere di chi si vuole essere servi. L'annuncio sta qui: se servi Dio diventi libero, se servi il tuo "io" diventi schiavo.

Che Dio ci aiuti a dire i nostri no all'inganno del male, e ricordiamolo sempre: un giorno Gesù si è inginocchiato per lavare i piedi nell'umile atteggiamento del servo. Con questo gesto ci ricorda che la grandezza davanti a Dio, si misura soltanto in termini di amore, di dono e di servizio! Se lo capissimo saremmo al sicuro di fronte alle subdole tentazioni che si presentano nella nostra vita!

 

 

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