Mi sembra doveroso iniziare questo mio intervento rivolgendo i miei personali complimenti al Sindaco Magnacca che - come inequivocabilmente testimonia il voto dei sansalvesi - ha saputo costruire, durante il mandato appena concluso, le premesse per una riconferma certificata da quello che non può essere definito se non come un vero e proprio trionfo personale; ma anche della sua squadra che lâha affiancata per cinque anni.
Ho potuto assistere alle battute finali della campagna elettorale e, da osservatore esterno (perciò neutrale e forse anche obiettivo), devo dire che mi ha piuttosto deluso. Ho, infatti, più volte notato che un poâ tutti gli schieramenti si sono presentati al pubblico con lo scopo prevalente di parlare male dei loro contendenti (denigrare sarebbe il termine corretto) considerati avversari, anzi veri e propri nemici, visti i toni utilizzati. Atteggiamento prevalente che ha caratterizzato e accomunato le strategie di comunicazione dei diversi, opposti schieramenti... anche quelli che dicevano di voler dar voce ai fatti, più che alle parole. Ma questo è in buona sostanza lo specchio di quello a cui anche la politica nazionale ci ha abituato, almeno in molte delle sue componenti.
Ho volutamente atteso lo svolgimento delle elezioni per evitare il pur remoto rischio di poter influenzare in qualsiasi modo lâorientamento anche di un solo elettore. Ora che i giochi sono fatti mi permetto di divulgare alcune mie personalissime considerazioni, con lâunica ambizione che magari possano essere utili per lâulteriore, indispensabile crescita di San Salvo, una città giovane e ancora in espansione (che mi auguro non sia più solo demografica e immobiliare).
Durante la campagna elettorale, salvo che io non sia stato abbastanza presente o che mi sia molto distratto, non mi è sembrato di assistere a nessun colpo dâala, a nessun moto dâorgoglio vero, a nessuna voglia di pensare a unâidea guida, strategica, cui ogni altro progetto particolare, specifico debba conseguentemente ispirarsi e nella cui logica debba potersi inquadrare e sottostare. Forse (ma credo che sia proprio così) tutto questo è dipeso dallâevidente timore di poter urtare lâinteresse di questa o quella categoria di elettori.
E allora penso, perciò, che si sia trattato di una campagna elettorale ârassegnataâ. Per una sorta di rassegnazione a quel consolidato status quo che consente alle molte centinaia di edifici disseminati in tutta la città (giusto per fare un esempio macroscopico) di rimanere incompiuti da decenni, testimoni involontari dellâinefficienza di una macchina amministrativa che ne consente la sopravvivenza, con buona pace del decoro cittadino e delle stesse condizioni di sicurezza e della civile convivenza cittadina.
Per non parlare di quel vero e proprio monumento allâinutilità e allo spreco rappresentato dalla grande incompiuta: il teatro! Chissà poi perché si continua a chiamarlo così, quando teatro pare non debba mai diventare. Meglio, allora, chiamarlo âtotemâ, giusto per dargli un tono un poâ esotico, forse addirittura accattivante. Ne ho già parlato più volte, in questa stessa sede.
Né ho mai sentito parlare - in campagna elettorale - di manutenzione ordinaria, quella che costituisce lâABC per poter contare su una vita vissuta con quotidiana serenità : penso alle caditoie stradali (più comunemente note come âtombiniâ) che per la stragrande maggioranza sono completamente ostruite e quindi incapaci di svolgere il ruolo per il quale sono state inventate e messe in opera.
E penso al servizio di pulizia stradale che non è certamente preciso e puntuale, aggravato dallâassenza dei cestini per lunghissimi tratti delle più lunghe e frequentate arterie cittadine... eccezion fatta per corso Garibaldi, dove - però - praticamente non passeggia quasi nessuno.
Potrei anche citare le deplorevoli conseguenze di un âdistrattoâ servizio di raccolta rifiuti se è vero che, perfino in pieno centro, ai margini della villa comunale, di fronte ai portici di via Istonia, proprio dove i cittadini sono fermi ad aspettare le corriere, da molto tempo (troppo) alcuni bidoni rotti fanno bella mostra di sé e lasciano percolare il loro contenuto.
Ma penso anche al centro dei servizi culturali (dovrebbe essere il biglietto da visita di una città che crede nellâinsostituibile e primario compito della cultura in ogni consesso sociale): la vista dallâesterno colpisce per lo stato di deplorevole degrado, tanto più evidente dopo la stridente, apprezzabile sistemazione del contesto esterno, che però rende onore al già citato âtotem cittadinoâ.
Potrei continuare, ma (per chi fosse davvero interessato a questi argomenti) basta andare a rileggere i miei precedenti interventi, tutti ancora facilmente consultabili su questo stesso sito.
Ho parlato di rassegnazione, o se preferite di âassuefazioneâ, se è vero che nessun altro si occupa di sventolare questi argomenti, se nessun altro (o forse troppo pochi) segnalano le inefficienze cittadine; e questo non già per âsparlareâ della città o perché non la amino, ma forse perché la amano per davvero, e non solo a parole!
Dâaltra parte, come non convincersi che è davvero diffuso e radicato un senso di endemica rassegnazione (o assuefazione, se preferite) quando in una cittadina (giovane e perciò stesso evoluta) non si trovano tracce, per esempio, del Movimento grillino? (per sgombrare il campo da ogni possibile equivoco, a livello molto personale dirò: âE meno male!â ). Però mi pare che sia un altro segnale, lâesplicita conferma di quanto rassegnata e diffusa sia lâassuefazione della cittadinanza al già ricordato status quo.
E qui mi fermo, per il rispetto delle altrui convinzioni che, specie quando diventano maggioranza, hanno tutto il diritto di esistere e di essere rispettate. Fermo restando che possono di volta in volta diventare oggetto di critica costruttiva, dibattito e, meglio ancora, di proposta.
P. S. In tempo per esprimere il mio apprezzamento per il cavalleresco omaggio che il candidato Angelucci ha reso da questo sito alla vincitrice della contesa elettorale e mi auguro che le democratiche contrapposizioni possano proseguire nel ventilato spirito di servizio a favore di San Salvo e dei suoi cittadini.
Romolo Chiancone