Don Simone, “Ho scoperto la mia vocazione a 13 anni”

Maria Napolitano
29/10/2017
Varie
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Don Simone Calabria è un sacerdote nato e cresciuto qui a San Salvo e che, attualmente, dal 9 settembre 2014 esercita la sua professione di sacerdote nelle parrocchie di Lentella e Fresagrandinaria. È stato ordinato sacerdote il 29 giugno del 2001. Di seguito una breve intervista sul suo percorso vocazionale.

Come e quando è nata la tua vocazione sacerdotale?

La storia di una vocazione è sempre una storia di un incontro con Cristo. Io sono nato il 21 gennaio del 1976 e sono il primo di 3 figli. Posso dire con tranquillità che sono letteralmente cresciuto in parrocchia. La mia famiglia abitava di fronte la vecchia chiesa di san Nicola e aveva un negozio di alimentari proprio lì a fianco. E quindi anche da piccolissimo ero un’habitué della parrocchia. A 6 anni ci andavo per giocare e incontrare gli altri e tutto il periodo delle elementari dopo aver fatto i compiti e dopo le varie attività stavo sempre in parrocchia. Per me era letteralmente una seconda casa! Per motivi di lavoro i miei genitori mi hanno iscritto alle scuole medie dei Gabrielini a Vasto perché offrivano già a quell’epoca la possibilità del tempo pieno. Dal lunedì al venerdì prendevo l’autobus alle 7 del mattino e ritornavo alle 7 di sera. Il sabato invece tornavo alle 13. Oltre a studiare, come tutti gli altri ragazzi, seguivo le varie attività ricreative e sportive dell’Istituto. In quel periodo per semplici questioni di tempo frequentavo molto meno la parrocchia. Ci andavo solo la domenica e/o nei periodi in cui non c’era scuola, estate, vacanze natalizie e simili ma quando potevo partecipavo sempre alla messa e ad eventuali novene. In quel periodo cercavo di farmi delle domande e di capire cosa c’era dentro di me. Durante una novena di Natale, ero inginocchiato davanti al Santissimo e mentre guardavo Don Piero Santoro (l’allora parroco di San Nicola) mi affascinava il suo amministrare quei sacramenti. Avevo la sensazione che proprio l’insieme di quei semplici gesti era ciò che mi mancava.  E così piano piano sono arrivato alla terza media e ho maturato la scelta di diventare un sacerdote. I miei genitori accettarono subito con gioia questa mia decisione. Alla fine della terza media e appena iniziata l’estate palesai questa mia volontà anche al mio parroco. Don Piero era un po’ scettico anche perché nel periodo delle medie in un certo senso mi aveva perso di vista ma mi disse “Va bene se questo è il tuo desiderio proviamo”. E così appena finite le medie sono entrato in seminario a Chieti.

Hai fatto questa scelta che eri un ragazzino. Nel proseguire questo percorso, hai mai avuto dubbi sul fatto che questa poteva non essere veramente la tua strada?

Il mio percorso in seminario è stato un’occasione di crescita umana, spirituale e culturale che mi ha aiutato tantissimo. Potevo contare su un padre spirituale che mi seguiva e aveva proprio il compito di farmi capire se quella era la scelta giusta per me. Non ti nascondo che avevo un po’ paura della scelta definitiva perché ero consapevole che con quel sì mi impegnavo per tutta la vita come con un “Amore” che non ha tempo e che ha bisogno di ripetere un sì tutti i giorni nella gioia e nel dolore.  Quella che dovrebbe essere in sostanza anche la vita matrimoniale! La voglia di andare avanti era più forte della paura e così ho continuato il mio percorso verso il sacerdozio. Un vero tentennamento l’ho avuto proprio quando dovevo prendere i voti definitivi.  E allora mi rivolsi al Signore e gli dissi: “Ora sono davanti a te, se mi vuoi aiutami tu a rimanere fedele sino alla fine”.  E così da allora continuo a riconoscere Cristo in ogni condizione anche quando le cose non vanno come dovrebbero andare e ripetendo quel sì giorno per giorno.

Cosa hai provato quando hai amministrato per la prima volta la Santissima Eucarestia?

Avevo un po’ di paura e mi chiedevo anche cosa avrebbero visto gli altri in me. Ma poi pensavo “In ciò che sto facendo c’è Dio che agisce. Non è una cosa che dipende da me”.

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