Mario Di Croce: “Farmacista è sinonimo di passione e sacrificio”

Maria Napolitano
07/01/2018
Territorio
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I nostri nonni usavano identificare all’interno di piccole realtà cittadine alcune figure di riferimento istituzionalizzate della comunità ossia il sindaco, il sacerdote, il maresciallo dei carabinieri, il medico di condotta e il farmacista. Di seguito l’intervista a Mario Di Croce, un farmacista che fa questa professione dal 1 settembre 1958 qui a San Salvo.

Mi parli un po’ di te, di dove e come sei cresciuto e di cosa ti ha portato a scegliere questa professione?

Io sono l’ultimo di 3 figli nato il 2 maggio del 1935 a Guilmi, paese in cui mio padre faceva il medico di condotta.  Quando avevo 4 anni la mia famiglia tornò nel suo paese di origine dove si era liberato il posto di medico di condotta, Casalanguida. All’epoca era previsto che ogni paese dovesse avere una farmacia e siccome Casalanguida (nonostante i suoi 2650 abitanti) in quel momento ne era sprovvista, appena papà ebbe il trasferimento, mamma poté aprire la sua prima farmacia in paese. Il nostro era un paese tranquillo dove si stava bene e si era liberi di giocare e uscire con gli amici. Io ero molto legato a mio nonno materno (Angelo D’Annunzio) che era apicoltore e coltivava la passione della poesia, una delle quali si trova ancora incisa all’ingresso del municipio di Casalanguida ed è un inno al paese e alla sua popolazione molto intraprendente. Un periodo brutto è stato quello della guerra, in cui non avevamo da mangiare neanche noi. Nonostante i pericoli la mia famiglia riusciva a trasmettermi una certa tranquillità tant’è che consideravo il rimbombo delle cannonate quasi come un gioco tra noi bambini. Spesso e volentieri stavo in farmacia e nelle ore in cui la famiglia stava insieme papà e mamma si confrontavano per il lavoro e spesso identificavano insieme le terapie dei pazienti di papà. Ascoltando i loro discorsi recepivo e immagazzinavo anche nozioni e linguaggi tecnici. Quando è arrivato il momento della scelta dell’università ero indeciso solo su queste due facoltà Medicina e Farmacia. Scelsi di diventare un farmacista perché mi sembrava che dava maggiori prospettive di lavoro.

Quando e come ti sei trovato qui a San Salvo e quali impressioni hai avuto di questo territorio?

Mia mamma aveva vinto il concorso per aprire una farmacia qui a San Salvo prima della mia laurea e in attesa di questo mio traguardo, la faceva gestire da una sua compara.  Io mi sono insediato in questa farmacia il 1 settembre del 1958. Questa era una realtà fondamentalmente agricola che purtroppo non aveva ancora abbastanza acqua e quindi molte cose lasciavano a desiderare. Casalanguida invece l’aveva sempre avuta. Quando sono arrivato, sarà che forse mi vedevano molto giovane, ho trovato un sacco di diffidenza. Ma sono bastati pochi mesi per dimostrare che ero preparato ed ero in grado di dare anche dei consigli medici proprio grazie al fatto che sono cresciuto in una famiglia dove i discorsi sulla salute erano pane quotidiano. La prima farmacia stava su corso Garibaldi in corrispondenza dell’incrocio con via De Vito e la gestivo da solo. Poi è arrivata la Siv. Di quel periodo bisogna distinguere la fase della costruzione della struttura e quella dell’insediamento della fabbrica vera e propria. Ma già la prima fase ha portato una grande evoluzione sia economica che culturale perché sono arrivati un sacco di persone da fuori e moltissime dalla Toscana. In questo periodo ho cominciato ad avere bisogno del primo aiutante. Ho avuto la fortuna poi che anche mio figlio Nicola si è appassionato al mondo della farmacia e insieme l'abbiamo portata avanti grazie anche a un valido staff.

La tua attività è insediata nel centro storico e in questi giorni si è fatto un gra parlare di questa realtà. Secondo te ci potrebbe essere una ricetta per valorizzarla?

Un idea potrebbe essere quella di abbattere alcune case disabitate a far nascere dei palazzi. Purtroppo in passato sono state date concessioni edilizie semplicemente per fare favori a Tizio e Caio senza una progettazione e visione a lungo termine. Molte case sono state costruite letteralmente in mezzo alle strade. Potrebbe essere un'idea quella di realizzare un grattacielo il cui piano terra sia occupato da un grande supermercato alimentare e sulle vie del centro far nascere delle attività che siano in grado di attirare gente.

Come si è evoluta la tua professione dai tempi di tua mamma fino a oggi?

Possiamo distinguere tre fasi: la prima in cui i farmacisti avevano pochi farmaci e pochi rimedi a disposizione e in cui loro stessi dovevano combinare il poco che avevano e produrre in prima persona i farmaci; la seconda fase in cui la scienza e la ricerca scientifica nel campo medico e chimico hanno fatto passi da giganti e ha evidenziato l’aspetto più commerciale; e una terza fase, che è quella che stiamo vivendo oggi, che da una parte è il ritorno alle origini ossia la preparazione di farmaci con dosaggi personalizzati e dall’altra lo sviluppo di servizi che accompagnano i pazienti/clienti a 360 ° nella sfera della loro salute. Con il mio lavoro ho cercato sempre di osservare i segni dei tempi, adeguarmi a questi segnali e offrire sempre un servizio altamente professionale.

Ai giovani che si approcciano a questo lavoro cosa consigli?

Di fare questo lavoro non solo guardando la prospettiva economica ma anche con passione perché richiede un sacco di sacrifici e soprattutto di essere molto preparati perché è la professionalità che caratterizza un buon farmacista.

Mi racconti di un episodio bello del tuo lavoro?

Ero da poco arrivato qui a San Salvo e una mamma con un bambino di soli pochi mesi che aveva una forte diarrea (all’epoca c’era un alto indice di mortalità infantile per questo fattore) si era rivolto a me per chiedermi aiuto. Contattai mio fratello Angiolino che è un pediatra. La situazione era piuttosto grave! Concordammo e somministrammo una cura attendendo un sacco di tempo al capezzale del piccolo. Quando avevamo fatto tutto il possibile ci allontanammo e tornammo qualche ora dopo. Grazie a Dio quel bambino stava molto meglio.

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