Referendum costi della politica

Comitato promotore 4 Referendum Regional
10/10/2007
Comunicati Stampa
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Ai Direttori responsabili e Comitati di Redazione degli Organi di Informazione Ai Giornalisti Professionisti e Pubblicisti Ai responsabili dei siti Web e Agenzie di informazione on-line Al Presidente Ordine dei Giornalisti Per la prima volta in Abruzzo si è costituito un Comitato promotore per richiedere la indizione di 4 Referendum regionali abrogativi, e rispettivamente: Abrogazione totale della Legge Regionale n. 22 del 30.5.1073 dal Titolo: ''Determinazione delle indennità e relativi titoli a favore dei Consiglieri regionali''; Abrogazione parziale della Legge Regionale n. 22 del 30.5.1973 recante ''Determinazione delle indennità e relativi titoli a favore dei Consiglieri regionali'', limitatamente alle seguenti parti: art. 1, comma 1; art. 3; art. 7; art. 8 e art. 9 (seconda ipotesi limitata ai trattamenti ''aggiuntivi'' di carica dei Consiglieri ed Assessori regionali); Abrogazione totale della Legge Regionale n. 41 del 7.11.1973 dal Titolo: ''Nuove norme sulla previdenza e sul fondo di solidarietà a favore dei Consiglieri della Regione Abruzzo'' (cosiddetto ''vitalizio'' per tutti i Consiglieri cessati dal mandato, con reversibilità); Abrogazione ''parziale e coordinata'' della Legge Regionale n. 27 del 12.8.2005 recante ''Nuove norme sulle nomine di competenza degli Organi di direzione politica della Regione Abruzzo'', limitatamente ad alcune parti di articoli, commi e parole. Come promotore della iniziativa referendaria, soggetto pubblico riconosciuto dallo Statuto della Regione Abruzzo e dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale, sin dalla prima conferenza stampa di presentazione ed illustrazione della iniziativa TENUTASI A PESCARA IL 26 MARZO 2007 e, quasi quotidianamente, per tutti i 6 mesi successivi fino al 26 SETTEMBRE giorno di scadenza dei termini per la raccolta delle firme, ho chiesto cortesemente e ripetutamente a tutti Voi, anche personalmente e direttamente, di svolgere il ruolo Vostro proprio, assegnatovi e tutelato dalla Costituzione della Repubblica Italiana, di informare al più alto livello di approfondimento, dibattiti, sondaggi, interviste, prese di posizioni e commenti, i Cittadini abruzzesi e la intera opinione pubblica. Era chiaro che l'impegno informativo referendario è un ''dovere civico'' di ogni organo di informazione pubblico e privato e di quei giornalisti professionisti e pubblicisti iscritti all'albo chiamati a farlo per non privare i Cittadini stessi del diritto di accedere e partecipare ad uno degli strumenti più importanti della democrazia diretta: per questo è stato subito evidente che, senza informazione e conoscenza dei quesiti proposti e delle modalità di sottoscrizione, tale diritto non sarebbe stato possibile esercitarlo e renderlo esigibile proprio dal primo titolare della sovranità popolare, cioè dal primo anello della catena ''democratica'', quello più debole, quello del Cittadino elettore e sottoscrittore. In tale contesto, il ''dovere di cronaca e di informazione'' è attribuito dalla Costituzione e dalle Leggi in capo alla Stampa ed ai ''formatori'' della opinione pubblica, titolari del così impropriamente detto quarto potere, rispetto agli altri tre, con specifici strumenti di autogoverno, di controllo e di garanzia. Ho chiesto, a nome del Comitato promotore, anche un incontro con il Direttore e con il Comitato di Redazione di tutti i quotidiani, emittenti televisive, periodici e siti web regionali e locali, per ''ragionare'' sul modo e sul come potesse essere possibile uscire ''democraticamente'' da questa specie di ''gabbia di acciaio'' in cui eravamo stati ''confinati e rinchiusi'' dalla casta politica e della informazione e dalle stesse Istituzioni di garanzia della Regione Abruzzo. Siamo restati in attesa di un cortese cenno di riscontro e ringraziamo chi ci ha ascoltato personalmente ed ha fatto tutto il possibile per venirci incontro: purtroppo brevi lettere, articoli di cronaca, interviste frettolose, interventi di solidarietà ed incoraggiamento, simpatia ed attenzione da parte di alcuni di Voi, non sono stati sufficienti per informare i Cittadini interessati e contribuire a raggiungere l'obiettivo delle 25.075 firme, da raccogliere tra l'altro in poche settimane ed a cavallo delle ferie estive. Ammirevole, straordinario, inaspettato e sorprendente è stato, tra gli altri, l'impegno dei siti Web, notiziari on-line, blog, agenzie internet e forum, che ringraziamo per lo spazio libero, aperto e in rete concessoci. Sono mancati invece, salvo pochissime eccezioni, i dibattiti ed i confronti televisivi, le interviste di approfondimento ai promotori, la chiamata in causa, affinché si pronunciassero a favore o contro, dei politici e dei personaggi della casta, i commenti della società civile, le prese di posizione di intellettuali, scrittori, politologi, sociologi ed economisti quantomeno sulla problematica dei costi e degli sprechi della politica in Abruzzo, sulle conseguenze ''riformiste'' dei 4 quesiti referendari e di un eventuale successo anche solo della richiesta, da parte di semplici Cittadini, di ben 4 referendum abrogativi ''sottoscritti'', in tale circostanza per Legge regionale, in faccia alla casta stessa e nel luogo simbolo del suo proprio potere clientelare: la rilevanza sociale e l'attualità degli argomenti referendari, le immediate ed interessanti conseguenze riformiste sui costi della politica e sulla pletora degli enti strumentali, organi di vertici e consigli di amministrazione, con annessi e connessi, meritavano forse maggiore attenzione quotidiana e corretta informazione. Siamo stati invece completamente abbandonati, a cominciare da ''tutte'' le Istituzioni consiliari e di governo della Regione, nelle mani di una burocrazia amministrativa ''pre-borbonica'' insediatasi in moltissimi dei 305 Comuni abruzzesi ed in balia di certi funzionari e pubblici ufficiali indifferenti al rispetto delle regole e all'esercizio della democrazia diretta referendaria, con effetti ''catastrofici'' a valere non solo per noi oggi, ma per tutti coloro che in futuro volessero cimentarsi nelle stessa temeraria avventura. Una cosa mi è chiara oggi: se in Abruzzo non migliora e non cambia la informazione, pubblica e privata, e non si modificano la Legge Regionale 86/87 in materia ed il nuovo Statuto della Regione, nessuna esperienza referendaria regionale sarà possibile, su qualsiasi argomento che coinvolga i privilegi, i costi e gli sprechi della cosiddetta casta politica abruzzese. Cordiali saluti, auguri di buon lavoro e tanta fortuna professionale. per il Comitato promotore dei 4 Referendum Regionali abrogativi Pio Rapagnà

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