9 internati si raccontano e scrivono su dei fogli degli stralci della loro vita. Armida Tumini, chiamata dal Centro per l'Istruzione degli Adulti (C.P.I.A.) di Chieti â Pescara per organizzare una laboratorio di teatro alla Casa lavoro di Vasto, ha semplicemente rielaborato questi scritti e ha fatto nascere una insolita e toccante rappresentazione teatrale.
Ogni internato è stato chiamato a recitare la vita dellâaltro. Si è trattato di un âteatro partecipatoâ: solo qualcuno di loro è salito sul palco, gli altri sono rimasti sparsi in mezzo alla platea e recitavano la parte dai loro posti. Si confondevano nel pubblico che ignorava lâidentità degli attori. Le battute teatrali avvolgevano lâintera platea e la conduceva nella profondità e nel dolore e nella sofferenza del âcarceratoâ seppur con la consapevolezza dellâerrore commesso.
Prima della rappresentazione teatrale, lâeducatrice dott.ssa Giuseppina Rossi ha introdotto lâevento.
âIl carcere non è una realtà a sé stante ma un pezzo del territorio. Ed è per questo che questa Casa lavoro cerca di coinvolgere scuole, parrocchie e le varie associazioni perché spesso ciò che non si conosce può spaventare. Non a caso si chiama âCasaâ e di fatto per gli internati tale è questa struttura. Ora vivono un pezzo della loro vita qui ma per molti di loro Vasto era un semplice punto nella cartina geografica. Il carcere può essere un contenitore di cose buone se aiuta chi ha commesso degli errori a riflettere su se stessi. Nel carcere non si è né migliori e né peggiori. Ciò che fa la differenza è sempre la scelta del singolo che però passa per le relazioni che instaura con gli altri.â
Il poeta vastese Fernando DâAnnunzio ha letto una poesia in dialetto vastese e poi tradotta in italiano da un internato che aveva avuto occasione di conoscere Vasto.
Oltre agli internati attori ci sono stati altri che hanno partecipato a un progetto di legalità organizzato sempre dal C.P.I.A. diretta dalla d.ssa Antonella ASCANI. Questi hanno letto degli articoli della Costituzione. à stato un momento molto forte ascoltare quelle parole proprio da chi ha commesso degli errori ed in qualche modo ha infranto un poâ quelle regole.
Sempre nellâoccasione altri internati hanno letto pezzi del libro di Fontamara portato alla loro attenzione grazie a un gruppo di lettura che li va a visitare ogni mercoledì pomeriggio.
Erano presenti anche una rappresentanza del gruppo Scout delle Salesiani i cui bambini più piccoli hanno donato alla Casa Lavoro dei quaderni su ognuno dei quali avevano scritto delle semplici frasi: âtu devi sognare la libertà ââ¦ââlâamore per la vita è la cosa più bellaâ...âTutti possono commettere degli erroriâ
Foto in copertina di Fabio Di Martino