In questi giorni di dolore ognuno di noi si è interrogato sul senso della vita, sul futuro e sulla fragilità della propria esistenza.
Chi vive questo dolore in prima persona, lo affronta come crede. Câè chi si chiude nella propria sofferenza, chi urla, chi cerca un capro espiatorio.
Chi lo vive per fortuna solo di riflesso, cerca di interpretare i bisogni dellâaltro.
Ma i bisogni non sono uguali per tutti, e buttarsi in frasi di circostanza non fa altro che creare una ferita ancora più profonda.
Câè chi tace davanti al dolore del prossimo non riuscendo a dire nulla, câè chi fa finta di niente sperando che la sofferenza passi in fretta e chi riesce a donare una spalla su cui piangere.
Siamo tutti diversi. Tutti.
E andiamo tutti rispettati. Tutti.
Ma prima di tutto vanno rispettati i morti. Ed essi meritano di essere conservati nella pace dei nostri cuori affinchè nulla muoia nel cuore di chi resta.
Scriveva santâAgostino:
âLa MORTE non è niente.
Sono solamente passato dallâaltra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima lâuno per lâaltro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere unâaria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia dâombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, câè una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dallâaltra parte, proprio dietro lâangolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.â
Una lettrice