Il tema della solidarietà sta diventando un argomento sempre più pregnante nella nostra società . Partecipare alla 16 edizione del âPremo Italia Diritti Umani 2018â organizzato dalla Free Lance International Press svoltosi il 14 ottobre 2018 presso lâaula magna della facoltà valdese di teologia a via Cossa a Roma, assume in questo un momento un significativo diverso in Italia e nel mondo, visti i cambiamenti veloci sul modo di intendere la parola solidarietà . Le realtà che operano per lâ aiuto ai più deboli e una comunicazione più autentica nel mondo sono comunque tante. Il âPremo Italia Diritti Umani 2018â della Flip è un progetto nato per dar luce a tutte quelle associazioni e personaggi particolarmente attivi per la difesa dei diritti umani. Piccole gocce nellâoceano in un mondo dove i diritti fondamentali dellâuomo non vengono messi al primo posto, come dovrebbe essere, e dove lâinformazione dei media non è sempre allâaltezza, dando risposte velleitarie. In ques
Antonio Cilli |
ti spazi si inserisce il premio, fortemente voluto dallâassociazione di giornalisti freelance, che lo dedicano alla memoria del loro vicepresidente Antonio Russo, ucciso nel 2000 in Georgia mentre indagava sulla tragedia cecena, proprio per dare voce alle piccole realtà del nostro Paese, associazioni e persone dedite alla solidarietà , ai diritti umani e ad unâ informazione libera da lacci e ricatti.
Antonio Cilli, Founder di Cittanet, spiega che oggi câè un nuovo modo di fare giornalismo, con mobil e video. â Lâart. 21 della Costituzione ci accomuna, parla di libertà di espressione, fondamentale per tutti. Ognuno partecipa alla cosa pubblica quando informa ed è informato. Così, ad esempio, quando i giornali hanno come editore una società automobilistica câè il rischio che non ci sia informazione oggettiva. Mi piacerebbe conoscere un editore che fa lâeditore e non lâimprenditore â spiega Cilli - â¦.. Si ingigantiscono i problemi, si pongono delle esche, come ad esempio lo è stato per il caso del morbillo, costruendo un castello su fatti inesistenti, stessa cosa sta accadendo sul problema immigrati. Ci sono tanti problemi in Italia⦠criminalità organizzata, il problema delle periferie, e si parla invece di false verità . Ma oggi qualcosa è già cambiato; con la tecnologia si diventa editori di se stessi, con un cellulare, un video o un monitor possiamo fare informazione; quella ecologica però, raccontando la verità . Il futuro sarà una âpiattaforma partecipativa per creare informazioneâ.
Emanuela Scarponi |
Emanuela Scarponi, fondatrice dellâagenzia stampa âAfrican peopleâ e relativa radio web, ha rimarcato che non abbiamo contezza dai paesi africani della situazione reale dei diritti violati ma, con web radio, journal tv e press agency sappiamo anche che lâAfrica è un continente in crescita di valore, dove molte persone parlano almeno due lingueâ.
Con lâidea di educare ai diritti umani, Maria Elena Martini presidente dellâassociazione âarte e cultura per i diritti umaniâ, intervenuta allâincontro, dedica la sua vita allâeducazione nelle scuole per far conoscere come si applicano i diritti, allo scopo
Maria Elena Martini |
anche di risolvere le conflittualità di tutti i giorni. âEsiste un libricino di 30 articoli sulla libertà per i diritti umani dellâassemblea generale delle Nazioni Unite â spiega Martini - con degli spot dedicati, uno per ogni articolo, per comprendere i nostri diritti. Lâorganizzazione YHRI, con sede a Los Angeles, va in questa direzione, verso la pace e la tolleranza. Uno degli articoli che mi ha colpito di più è quello sulla responsabilità , lâart 29. Molti pensano alla responsabilità come un senso di colpa, mentre è un articolo sul prendersi cura dellâaltro, dei propri figli, delle persone, invece bisognerebbe vivere tutti questi diritti non come un peso, ma come unâopportunità , - continua la Martini - mettono dâaccordo lâumanità e ci rendono meno scimmieâ
Riccardo Noury |
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, ha centrato lâattenzione su un Paese come LâAfghanistan, in cui ogni anno ci sono 10 mila vittime civili. âil ministro dellâinterno tedesco - racconta lâattivista di Amnesty â ha rimpatriato 69 civili afgani e uno di questi si è suicidato a Kabul. Nellâ accordo era previsto il rimpatrio dei cittadini afgani in cambio di aiuti economici al Paeseâ. Così pure gran parte della popolazione norvegese si è mobilitata per impedire il rimpatrio forzato di una ragazza 18 enne, nata in Norvegia ma di origine afgana. Al ministro dellâistruzione così gli è stato chiesto: â ma tu manderesti mai tua figlia in Afghanistan?â e lui ha risposto: â no di certo!â, allora si è replicato: âe quindi, perché vuoi mandare una ragazzina in un paese non sicuro?â.
Le motivazioni del Premio Italia Diritti Umani 2018:
Menzione speciale A Rosa a Capodiferro
Rosa Capodiferro, nata in una povera famiglia di uno sperduto paese del nostro meridione, forte solo della sua tenacia e determinazione, passando attraverso tutti i gradini della vita lavorativa di un ospedale, da addetta alle pulizie, a portantina, a infermiera e caposala, arriva a specializzarsi come medico cardiologo e a svolgere la sua attività professionale presso importanti strutture ospedaliere. A partire dalla sua infanzia poverissima di figlia di un ciabattino, in una Lucania contadina e primitiva, e poi in un mondo più vasto, in cui si compirà un destino di realizzazione professionale, ma anche di
Rosa Capodiferro |
duro lavoro, fatica, dolore.
Il Premio Italia Diritti Umani a Rosa Capodiferro intende riconoscere il raggiungimento di quello che sempre più si presenta come diritto umano primario, il diritto allâistruzione ancora di più motivato se a raggiungere alti obiettivi professionali e culturali è proprio una donna.
Come cardiologo Rosa Capodiferro ha operato pure nellâIndia del Sud, medico volontario, lottando anche in quel Paese contro la fame, la sete e la lebbra che divorava corpi umani e devastava bambini.
Da figlia di ciabattino, o scarparo come si chiamava nel nativo Castelsaraceno in Basilicata, a primario ospedaliero, e adesso Rosa Capodiferro a menzione speciale al Premio Italia Diritti Umani 2018.
Premio Italia Diritti Umani 2018 a Silvia Pietrovanni
Dal 2010, Silvia Pietrovanni si dedica alla scrittura per il teatro civile. A tale scopo, dà innanzitutto vita al progetto âAnemofilia teatroâ, con l'intento specifico di portare il teatro di denuncia anche al di fuori dei circuiti ufficiali, ricercando lâincontro con il pubblico in diversi contesti, dai parchi alle associazioni e alle biblioteche.
Silvia Pietrovanni |
I temi trattati dal progetto Anemofilia hanno in comune lâinteresse appassionato nei confronti dei diritti delle donne.
Nel 2010, il suo primo testo, âBada-miâ, dedicato alle problematiche spesso ignorate inerenti alla condizione delle badanti in Italia, risulta vincitore del Premio Borrello/Etica in atto.
Nel 2014, il testo "H2SO4:la vita che vuoi è la sola che avrai?" viene premiato al Salone del Libro di Torino come testo vincitore del Premio InediTo 2014, e lâanno successivo si classifica al secondo posto per Premio Donne e Teatro.
H2SO4, con cui Silvia denuncia le atroci violenze ai danni delle donne acidificate, ottiene inoltre il patrocinio dell'associazione Smileagain, da anni impegnata nella ricostruzione del volto e nella formazione delle donne vittime dell'acido solforico.
Nel 2015, scrive e porta in scena "Herbarie: le chiamavano streghe" (opera vincitrice della terza edizione delPremio "Streghe di Montecchio"), una colta riscoperta, rivalutazione e difesa della tradizionale medicina delle donne, mirante a promuovere un originale dibattito intorno al concetto di cura, di malattia e di ascolto del paziente.
Si conferisce pertanto il Premio Italia Diritti Umani 2018 a Silvia Pietrovanni per il suo coerente e determinato progetto artistico, volto a richiamare lâattenzione sui diritti violati delle donne e a favorire, con un particolarissimo entusiasmo emotivo, sempre accompagnato da unâammirevole capacità di ricerca critica, una preziosa attività di arricchimento culturale e di sensibilizzazione etico-civile.
Premio Italia Diritti Umani 2018 a Antonella Napoli
La giornata di Antonella Napoli è fatta di 72 ore: 24 per la famiglia, 24 per il giornalismo, 24 per lâattivismo in favore dei diritti umani.
Antonella Napoli |
Pubblica regolarmente articoli e saggi su tematiche connesse alla politica estera, allâeconomia, allâimmigrazione, alle politiche europee, alla cooperazione internazionale, alla libertà di informazione e ai diritti umani. Collabora, tra gli altri, con âla Repubblicaâ e âHuffington Postâ.
Fondatrice dellâassociazione Italians for Darfur, è stata la prima in Italia a richiamare lâattenzione sul conflitto iniziato nel 2003 in Sudan, il cui presidente è indiziato di crimini di guerra, crimini contro lâumanità e genocidio. Cura un rapporto annuale sulla situazione dei diritti umani nel paese e nel confinante Sud Sudan e promuove campagne internazionali, soprattutto sulle donne condannate a morte.
à autrice di âVolti e colori del Darfurâ (pubblicato da Edizioni Gorée nel 2009, dal quale è stata tratta una mostra fotografica), di âIl mio nome è Meriamâ (pubblicato da Piemme nel 2015 e tradotto in sette paesi) e de âLâinnocenza spezzataâ (pubblicato da Gorée nel 2018).
Dal 2006 è membro di Articolo 21, dal 2016 nel Direttivo e nell'Ufficio di presidenza della stessa associazione.
Dal 2017 è nel board internazionale del Turkey advocacy group, unica giornalista italiana tra gli osservatori al processo a 18 redattori del quotidiano turco âCumhuriyetâ per conto della Federazione internazionale della stampa. Ha realizzato nell'occasione il reportage âTurchia, la più grande prigione per giornalistiâ, proiettato in anteprima nella Giornata mondiale per la libertà di informazione nel corso dellâiniziativa pubblica promossa a Roma dalla Federazione nazionale della stampa italiana e da Articolo 21.
Premio Italia Diritti Umani 2018 a Maria Cristina Fraddosio
Maria Cristina Fraddosio |
Maria Cristina Fraddosio. giornalista freelance. Collaboratrice de âIl Fatto Quotidianoâ, "La Repubblicaâ, âIl Venerdìâ e âLâEspressoâ. Si occupa prevalentemente di inchieste legate ai diritti umani e allâambiente. Nel 2017 è stata insignita dallâOrdine nazionale dei Giornalisti del premio âCiampiâ per lâinchiesta sul ghetto di Rignano (Foggia). Nel 2018 ha vinto il premio âGiornalista di Pugliaâ, per la sezione internet-cronaca con unâinchiesta sul gasdotto Trans Adriatic Pipeline. A questa tematica ha dedicato anche il suo primo documentario indipendente âMenaâ.
Coniuga l'impegno professionale a una grande curiosità per tutto ciò che riguarda la vita quotidiana e il destino degli esseri umani. Eâ sempre pronta a riferirne, con precisione, con una profonda capacità di sintesi e uno stile che non dissimula l'indignazione per un mondo nel quale il rispetto dei diritti umani è un obiettivo tutto da conquistare. Per questi motivi
Si conferisce il Premio Italia Diritti Umani 2018 a Maria Cristina Fraddosio
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Fabiola Di Gianfilippo |
. I premi in opere dâarte sono stati gentilmente offerti dagli artisti Isabella Scucchia, Nastasya Voskoboynikova, Liliya Kishkis Morotta, Guia Muccioli e consegnati dalle attrici Fabiola Gianfilippo, che fra 15 giorni vedremo al cinema con âTi presento Sofia â, film di Guido Chiesa, Alessandra Izzo, impegnata accanto ad attori come Porietti, Arbore, Mirabella, Lando Fiorini, lo scrittore Paolo di Orazio, lâattrice Elena di Ciocco e lâattore Domenico Macri.
Ha reso onore al Premio una recita teatrale e lettura di Ferdinando Maddaloni e Katia Nani dal
Il buffet |
titolo: âDenunciami Pureâ.
Il buffet è stato organizzato in stile giornalistico da Antonio Di Spirito, guida dellâEspresso sui Vini. Le bottiglie di rosso e bianco sono state offerte dalle aziende vinicole Monti Cecubi, Fattoria La Rivolta, Coletti Conti e Colle Ciocco.