Presentato questa mattina a Pescara il check-up 2018 del WWF Italia su Parchi Nazionali e Aree Marine Protette, che ha riguardato tutti i 23 Parchi Nazionali attualmente operativi e 26 Aree Marine Protette sulle 29 istituite.
I risultati sono stati illustrati da Filomena Ricci, Responsabile Conservazione del WWF Abruzzo, e da Dante Caserta, Vicepresidente del WWF Italia. Particolare attenzione eâ stata ovviamente riservata alla situazione abruzzese anche con la successiva tavola rotonda, protagonisti i Presidenti dei tre Parchi nazionali e dellâArea marina protettapresenti nella regione e il Sottosegretario Regionale con delega allâambiente Mario Mazzocca.
Ovviamente la cronaca eâ entrata pesantemente nel dibattito. Eâ emersa lâesigenza urgente di migliorare il livello di protezione della fauna, soprattutto di quella piuâ rara e preziosa, come la vicenda dellâorsa annegata con i suoi due cuccioli ha drammaticamente riportato in primo piano proprio in questi giorni, evidenziando inaccettabili mancanze che compromettono tutto lâapparato di gestione, vanificando anni di azioni per la tutela delle specie.
Il Check-up, realizzato dal WWF grazie alla sua rete di volontari, ha nei fatti fotografato lâattuale situazione della natura in Italia. Lâindagine eâ stata condotta con il metodo della Valutazione e Prioritizzazione Rapida della Gestione delle Aree Protette (RAPPAM) che offre uno strumento per raggiungere lâobiettivo di una gestione piuâ efficiente ed efficace dei Parchi Nazionali e delle Aree Marine Protette.
Dal report, comâera inevitabile che fosse, emergono luci e ombre. Le principali criticitaâ sono legate agli strumenti di gestione, alla carenza di personale qualificato e di risorse disponibili per progetti di conservazione. Dai dati raccolti emerge che nei Parchi nazionali turismo, incendi e cambiamenti climatici sono percepiti come le principali pressioni che attualmente insistono sulla biodiversitaâ.
Eâ da considerare il fatto che solo nel 30% dei casi eâ stato approvato in via definitiva il Piano per il Parco. Punto dolente la gestione, con percentuali nella pianta organica di personale dedicato primariamente alla conservazione della biodiversitaâ (biologi, naturalisti, geologi, ecc.) spesso inferiori al 10%. Ancor peggio per i finanziamenti: ogni anno, in media, nel nostro Paese â ha osservato il WWF â vengono destinati ai Parchi soltanto 1,35 euro per abitante: una spesa equivalente al costo di un cappuccino.
Nonostante i suoi 7500 chilometri di coste lâItalia sembra anche aver voltato le spalle al mare. Le 29 Aree marine protette (inclusi i 2 parchi sommersi), infatti, incidono solo su 700 chilometri di costa (pari allo 0,8% del totale) e su 228 mila ettari di mare, con scarsissime risorse: nel 2017 sono stati destinati per il funzionamento e la gestione appena 7 milioni di euro.
Rifiuti spiaggiati e plastiche in mare, turismo e traffico navale sono percepiti come le pressioni che affliggono con maggiore intensitaâ la biodiversitaâ delle AMP italiane, in particolare quelle di piccole dimensioni, mentre bracconaggio e pesca illegale costituiscono la pressione piuâ diffusa, con trend spesso in aumento. Per quanto riguarda strategie e strumenti di gestione, quasi il 70% delle AMP ha un Piano di gestione approvato in via definitiva e quasi lâ80% degli enti ha approvato il proprio Regolamento.
Dal raggruppamento di tutte le voci prese in esame eâ stato ricavato un indice di performance, con uno specifico punteggio. I tre parchi nazionali abruzzesi sono tutti tra i dieci parchi che hanno superato di poco quota 150. Non eâ male ma va tenuto conto che il punteggio massimo teoricamente raggiungibile era 300 e che ha avuto un peso considerevole la grandissima biodiversitaâ che lâAbruzzo ha la fortuna di ospitare.
Tra le aree marine protette quella del Cerrano si colloca invece circa a metaâ graduatoria. Sul piano della governance i problemi non mancano â ha sostenuto lâassociazione ambientalista â : il parco della Majella ha da anni un direttore a mezzo servizio, addirittura âin prestitoâ da un parco regionale, ed eâ privo del presidente; al parco dâAbruzzo il direttore manca ormai da 2 anni mentre al Gran Sasso Monti della Laga eâ stato da poco nominato, dopo anni di deleghe continuamente rinnovate a un facente funzioni.
Si eâ parlato anche di quello che Luciano Di Tizio, in una delle sue ultime attivitaâ pubbliche come delegato del WWF Abruzzo (concluderaâ il suo mandato a fine anno) ha definito âil parco che non câe'â denunciando ancora una volta la assurda situazione della Costa Teatina, formalmente area protetta da inizio secolo ma sempre in fase di stallo.
Il Sottosegretario Mario Mazzocca ha ricordato in proposito che il 4 dicembre prossimo avraâ un incontro con il Ministro dellâAmbiente Sergio Costa ânel quale â ha detto â saranno affrontate le criticitaâ dei Parchi abruzzesi, comprese quelle emerse oggi e dal report del WWF, e anche la situazione di quello della Costa Teatina, perimetrato da un commissario e rimasto stranamente in sospesoâ.