La 'Ndocciata di Agnone, incarna il grande rito del fuoco in Molise nelle date 08 Dicembre 2018 e 24 Dicembre 2018 ,e 2018 e 24 Dicembre 2018 , questâultima in concomitanza del Presepe vivente, del Cenacolo Culturale Camillo Carlomagno.
Torna, dunque, anche quest'anno l'8 dicembre ad Agnone, comune del Molise la famosa Ndocciata, uno degli spettacoli di fuoco più suggestivi del nostro Bel Paese tanto da essere riconosciuto come "Patrimonio d'Italia per la Tradizione". La âNdocciata tradizionale è una manifestazione di remota origine (mi racconta mia madre alla veneranda età di 92 anni, che già oltre 90 anni fa ogni famiglia apponeva una ndoccia da ardere vicino alla propria abitazione il giorno della vigilia di Natale, in un tripudio di gioia e di fuoco.
Gli storici parlano di radici promananti dai Sanniti, di una festa fatta propria dal Cristianesimo che si svolge in forma più intimistica anche la sera del 24 dicembre, la notte di Natale.
In realtà anche nellâepoca pagana la tradizione del fuoco era molto fiorente. Ma a me piace tra le tante versioni circa lâorigine di questa grande tradizione, pensare che, sicuramente ab origine essa rappresenta lâilluminazione che i pastori fecero lungo il viatico che conduceva alla capanna di Gesù a Betlemme.
All'appuntamento prendono parte le contrade di Agnone (Colle Sente, Capammonde e Capabballe, (gruppo indigeno cittadino) Sant'Onofrio, Guastra e San Quirico, gruppi delle contrade), con tantissimi portatori di torce di tutte le età vestiti con cappe, cappelli neri e gli abiti della tradizione contadina che sfilano in questa processione lungo le vie del paese come fosse una luminosa scia di fuoco. La sfilata inizia alle 18 e prima sfilano i figuranti con i prodotti della terra e gli animali della campagna, poi i portatori di ândocce. Il corteo comincia con le torce più piccole, quelle singole, e poi seguono quelle più grandi (20 fiaccole per un peso di 150 kg complessivi). Ad animare la sfilata anche piroette e coreografie di fuoco dei portatori di ândocce. (Una menzione particolare merita , storicamente e stoicamente, sotto questo aspetto il nostro Antonio , un vero funambolo di questa giostra di Ndocce.
Giunti nel centro storico tutte le Ndocce confluiscono nel grande falò della fratellanza che ha il significato di un gesto purificatore, la gente dice addio alle "cose nefaste" dell'anno per salutare quello nuovo. Speriamo che questâanno il rito propiziatorio portino maggiore occupazione e lavoro per la nostra cittadinaâ¦â¦
Da contorno alle fiaccole è da tenere in considerazione la coreografia, riproposta in scene di vita contadine nello strepitio di un silenzio mistico che precede il rito del fuoco. Le"ndocce", vale a dire le torce che vengono adoperate per la sfilata, sono fiaccole di grandi dimensioni, costruite in modo completamente artigianale con tronchi dâabete b e fasci di ginestre (a volte alimentati da fiamme ossidriche ed altre alchimie, allorché stanno per spegnersi) ; hanno la forma di una raggiera e vengono, faticosamente trasportate in spalla lungo le vie del borgo dai portatori che indossano la cappa tradizionale dei pastori. Il legno è quello dei vicino boschi di Montecastelbarone e di S. Onofrio che arde a meraviglia perché molto fruibile sotto questo aspetto;
Impossibile quando si parla di Ndocciata non citare due personaggi, lo scrittore agnonese Domenico Meo, grande appassionato di tradizioni popolari ed autore di numerosi testi al riguardo e sua eccellenza, il Prefetto, dr. Enrico Marinelli, che ha più volte valorizzato detta tradizione agnonese, portandola a Roma in quel del Vaticano sia nel 1995, allorché il santo padre Woitila fece visita alla nostra cittadina, che nel 2000 con il giubileo. A volte gli Agnonesi e non, dimenticano, ma Enrico Marinelli, che ha festeggiato qualche giorno orsono i suoi 86 anni è stato un gigante sotto questo profilo ed ancora ci fa gonfiare il petto per lâorgoglio di essere Agnonesi e di esserci distinti anche oltre i nostri confini. Oggi, al fine di esaltare la portata turistica del grande fuoco è stata creata la Fondazione presieduta dallâattento stacanovista, avvocato Beppe Marinelli, per fare in modo che detta tradizione non muoia mai.
Il successo che accompagna detta manifestazione è rappresentato dalle migliaia di turisti che, in un delirio di ovazioni, affollano le strade dellâantica Atene del Sannio, per poter dire âanchâio câeroâ lâ8 dicembre.
Già vedo dietro le quinte, il re del web e mio amico Fabio Verdone che studia le strategie più intriganti al fine di nobilitare questa kermesse fatta in casa con i suoi straordinari video e foto e si ingegna a creare Ndocce in miniatura, come fa già da qualche anno.
Cari amici voglio prima di salutarvi con una mia composizione che ho scritto già qualche anno fa, su detto evento, vorrei concludere con le parole di un grande statista, che affermò che âTutto ciò che si consolida nel tempo diventa tradizioneâ. E La âNdocciataâ sotto questo profilo ha battuto tutti i record.
Vede da lundane scemme che arrivane a ru ciele
e lembe de liuce variopinta,che squarciane la
sera della veiria!
Tu core de ste ndocce che câarrescallane
lâanema da cendenara dâenne, purtannece ancora na
volda lâattesa, ru friemete de ru Natale.
A schiere piertene re cundadoine, che avviertene ca
ru mumende lore è arreviete, purtanne mbiette lâorgoglie
della tradezieune!
E passane stregnenne re riende pe ru corse, suffrenne
e jettanne lagreme e sangue, pe regge sopra alle spalle
ru moste de ru folclore!
Le facce nere e chiene de fume e lâuocchie che brillane
de ru fuoche de la cundendezza de sta terra;
mendre dalla teielle sgrizzane lâanguille e re capetiune,
dalle fenestre, miese a stâatmosfera surreale, se ndravede nu sciume gende.
E ru Papa nammurate de stu paese, sâaffaccia alla fenestra
de San Pietre, benedecenne ru liume della fratellanza!
Ru bambenielle arriva ogni anne che la veste scarciata,
puverielle, ammalate, drugate, ma ansiuse dâammandÃ
le sufferenze de stâumanetà !
Gesù criste se iettate scalze a re piede de ste ndocce,
pe salvarce e ie a nascere ancora dendre a chella grotta
ngavata miese alla mundagna dâAgneone!