Nel 2019 addio a 6 bottiglie di extravergine Made in Italy su 10 sugli scaffali dei supermercati per effetto del crollo del 57% della produzione che scende ad appena 185 milioni di chili, su valori minimi degli ultimi 25 anni.
Eâ quanto emerge dallâanalisi della Coldiretti in cui evince la drammatica situazione degli ulivi italiani colpiti dai cambiamenti climatici, del propagarsi inarrestabile della Xylella e della concorrenza sleale provocata dalle importazioni low cost spacciate per italiane.
In particolare sono state le Regioni del Mezzogiorno ad accusare le perdite maggiori, a partire dalla Puglia ma senza escludere lâAbruzzo, in cui il comparto olivicolo conta in regione circa 6 milioni di piante su circa 46mila ettari che rappresentano circa il 50% della superficie agricola arborea utilizzata, un totale di circa 60mila aziende di cui 15mila che coltivano prevalentemente olivo, oltre 350 frantoi e una produzione media di circa 14mila tonnellate di olio che questâanno ha tuttavia subito una forte diminuzione soprattutto in alcune zone (anche 40-50% di produzione in meno).
âPer la prima volta nella storia â sottolinea Coldiretti Abruzzo â la produzione nazionale potrebbe essere sorpassata da quella della Grecia e del Marocco. Senza interventi strutturali lâItalia rischia di perdere per sempre la possibilità di consumare extravergine nazionale con effetti disastrosi sullâeconomia, il lavoro, la salute e sul paesaggio. Con il crollo della produzione nazionale a crescere â continua la Coldiretti â sono le importazioni dallâestero con aumenti record degli arrivi dalla Tunisia. Aumenta inoltre il rischio di frodi e sofisticazioni che colpiscono anche i produttori abruzzesi. Una situazione da non sottovalutareâ.
Per non cadere nelle trappole del mercato il consiglio della Coldiretti per scegliere Made in Italy è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare lâolio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive. Oggi nella stragrande maggioranza delle confezioni â denuncia la Coldiretti â serve la lente dâingrandimento per leggere le minuscole scritte, poste spesso sul retro, âmiscele di oli di oliva comunitariâ, âmiscele di oli di oliva non comunitariâ o âmiscele di oli di oliva comunitari e non comunitariâ obbligatorie per legge nelle etichette dellâolio di oliva dal primo luglio 2009.
âPer affrontare lâemergenza serve un intervento mirato per consentire ai produttori duramente colpiti dalle gelate di ripartire con un adeguato coordinamento istituzionale tra il livello regionale e quello nazionaleâ afferma il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini nel denunciare âi ritardi accumulati con il rinvio della presentazione alla conferenza Stato Regioni del decreto per far partire il piano di interventi per fermare la Xylella fastidiosa in Pugliaâ. In questo scenario sul piano strutturale â sostiene Prandini â per rimanere competitivi e non essere condannati allâirrilevanza in un settore fondamentale per il Made in Italy deve partire al più presto il Piano Salva Olio presentato dalla Coldiretti per rilanciare il settore con una strategia nazionale e investimenti adeguati, anche per realizzare nuovi impianti, così come è stato fatto da altri Paesi concorrenti.