Cannabis light: cosa dice la legge in Italia e dove si può comprare

18/06/2020
Attualità
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Negli ultimi anni, è impossibile non aver mai sentito parlare di cannabis light. Sulla scia di cambiamenti normativi che hanno coinvolto diversi Paesi nel mondo, anche l’Italia si è adeguata. Cosa sapere in merito? Qual è la legge di riferimento nel nostro Paese? Nelle prossime righe, puoi trovare alcune preziose risposte in merito.

Cannabis light: la legge di riferimento

Quando si parla di cannabis legale in Italia, il principale punto di riferimento dal punto di vista normativa è la Legge 242/2016, entrata in vigore nel gennaio dell’anno successivo. Questo testo normativo, nato con la finalità di valorizzare le peculiarità sostenibili della pianta, considerata un vero e proprio elisir detox per il terreno dove viene coltivata, prevede la commercializzazione e il consumo di cannabis a basso contenuto di THC. Il principio attivo in questione, noto per i suoi forti effetti psicoattivi, è presente in dosi molto ridotte: si parla infatti di un range compreso tra lo 0,2 e lo 0,6%. In virtù di questa peculiarità, la cannabis light legale non può essere considerata stupefacente.

In ogni caso, è opportuno assumerla con buonsenso, ricordando per esempio che, se si viene fermati dalla polizia e si viene sottoposti al test antidroga, il rischio di risultare positivi è praticamente matematico (con tutto quel che concerne in merito al ritiro della patente). 

Dove comprare la cannabis light in Italia

La Legge sopra ricordata ha permesso la nascita di un business estremamente fiorente. Chiamato da alcuni new canapa economy, il giro d’affari che ruota attorno alla cannabis light è sorretto da diverse attività. Alla base c’è ovviamente quella dei coltivatori. La filiera è ovviamente più articolata e comprende anche le attività che si occupano di commercializzare la cannabis.

Stiamo parlando nello specifico dei growshop su strada, che negli ultimi anni sono cresciuti a dismisura nelle nostre città, ma anche degli e-commerce. Per quanto riguarda queste ultime realtà, è il caso di ricordare che, nei mesi del lockdown, sono state interessate da una crescita sorprendente degli ordini. Giusto per dare qualche numero, ricordiamo che siti che fino al mese di febbraio erano abituati a gestire poche decine di ordini al giorno, si sono trovati, da un giorno con l’altro, ad averne centinaia.

Come utilizzare un e-commerce di cannabis light

Le modalità di utilizzo degli e-commerce di cannabis light non hanno nulla di diverso rispetto a quelle di qualsiasi altro sito che consente di acquistare prodotti online. Orientarsi nel catalogo è molto semplice. Nella maggior parte dei casi, tra i prodotti che si possono comprare è possibile citare l’olio di CBD o cannabidiolo. Questo principio attivo, il più celebre dopo il THC, è considerato il suo ‘opposto’ in quanto privo di effetti psicoattivi.

Quando lo si nomina, è importante citare diversi benefici. Tra questi è possibile citare un blando effetto rilassante, motivo del successo degli e-commerce nel corso del lockdown. Proseguendo con l’elenco dei prodotti che si possono trovare passando in rassegna i cataloghi degli e-commerce di cannabis, è opportuno fare riferimento alle infiorescenze. Considerate la parte più pregiata della cannabis, si differenziano per aroma e sapore. Le tipologie disponibili in commercio sono numerose e caratterizzate da sentori più o meno fruttati (alcuni di questi, ricordano vagamente il gasolio).

Da non dimenticare sono tutti gli accessori utili alla coltivazione. In questo frangente, è opportuno ricordare che, per sicurezza, andrebbe conservato per qualche mese il certificato di iscrizione dei semi al Registro Europeo delle Sementi, che deve essere fornito dal venditore. Coltivare cannabis light legale in casa è ovviamente consentito e, con poche centinaia di euro e poche indicazioni, si può iniziare senza problemi anche se si è alle prime armi.

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