Divagazioni anti covid

Francesco Raspa
04/12/2020
Attualità
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Parliamo d'altro.

L'erba "Sulla" in  dialetto sansalvese prende il nome di

"Rampalupene": non conosco l'etimo della denominazione, ma suppongo che si riferisca ad un'altra leguminosa con fiorescenze e baccelli simili indicata come "Lupinella". La "Rampalupene" veniva spesso coltivata dai nostri contadini, perché adatta alla rotazione della coltura del grano e poteva essere tagliata un paio di volte l'anno che dopo l'essiccazione era pronta per formare le mete di fieno, fonti d'alimentazione degli animali da traino che molti di loro possedevano per la lavorazione di alcune some di terra. La soma era una misura agraria usata in varie zone d'Italia, corrispondente approssimativamente ad un ettaro, ma poteva variare significativamente tra le stesse zone anche se molto vicine. Nell'agro di S.Salvo equivaleva a mq 10200. Ogni contadino, a seconda delle proprie esigenze, riservava alla coltura dell'erba "Sulla" almeno un tomolo della sua proprietà, pari ad un terzo di soma. Ho ricordato la "Rampalupene", perché i ragazzini di quell'epoca, intorno agli anni 1950 ed anche oltre, ne erano golosi, cosicché quando arrivava la primavera e l'erba era bella alta, piccoli gruppi di giovincelli si inoltravano per le stradine di campagna, allora prossime alle immediate periferie del paese, per raccoglierne un po'. Venivano scelti gli steli più alti e più teneri per farne delle fascine alte all'incirca mezzo metro che poi venivano consumate in gruppo o singolarmente in tranquillità, lontano dal luogo del "misfatto". Dell'erba veniva mangiato lo stelo, liberandolo facilmente dalle foglie e dalle bucce.

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