I medici del 118 convenzionati chiedono pari diritti rispetto ai dipendenti Asl

Ansa
16/12/2020
Attualità
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Un contratto che non prevede infortunio e malattia né il riconoscimento di lavoro usurante, dove il lavoro notturno e nelle festività come Natale e Capodanno è retribuito come giorno feriale, dove non c'è riconoscimento dei premi di produttività, non ci sono tredicesima né assegni familiari. E' quello dei medici convenzionati di emergenza sanitaria territoriale (118) della Regione Abruzzo che hanno scritto ai presidenti degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (OMCeO) delle province di Teramo, L'Aquila, Pescara e Chieti per chiedere il riconoscimento di pari diritti, permettendo "la transizione verso una nuova e più equa condizione di Dipendenti Asl".

Equiparati a liberi professionisti che lavorano a prestazione, lamentano una situazione "che ci fa vivere un profondo senso di ingiustizia esacerbato in modo evidente dall'attuale pandemia".

L'attuale contratto (Acn), sostengono i medici, appare "decontestualizzato rispetto ai compiti e agli accresciuti bisogni di un soccorso territoriale che chiede sempre più interventi qualificati. Un soccorso profondamente mutato che ha visto una sempre maggiore integrazione con l'ospedale. Ne è un esempio il trasporto dei pazienti con patologie tempo dipendente verso l'ospedale più adatto (Hub) e non quello più vicino (Spoke), e non solo da territorio a ospedale, ma anche da ospedale a ospedale".

La condizione di "medici convenzionati ci ingabbia dentro il livello basico di Medico Soccorritore, precludendo nostre legittime istanze di avanzamento di carriera e ulteriore integrazione nel Dea, presso cui siamo certi di poter esprimere pienamente la nostra utilità. Queste opportunità sono al contrario concesse al medico Dipendente". La richiesta è "di un segnale forte che fughi ogni dubbio sulla posizione del nostro ordine riguardo ai percorsi presenti o futuri da seguire per realizzare la nostra aspirazione circa la dirigenza medica, attraverso il transito alla dipendenza nella rete del Dea".

Anche per questo la lettera, per conoscenza, è stata inviata al presidente della Regione, Marco Marsilio, e all'assessore alla Salute, Nicoletta Verì.

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