Protestano gli agricoltori di Cia Abruzzo davanti al Consiglio regionale de LâAquila contro lâinvasione dei cinghiali.
Prevedere la possibilità di istituire personale ausiliario, adeguatamente formato e munito di licenza di caccia, per essere impiegato dalle autorità competenti in convenzione, da affiancare alla polizia provinciale e alle guardie venatorie che, in Abruzzo, rappresentano un numero esiguo.
à questo quello che la confederazione aveva chiesto nella modifica dellâart. 44 della legge regionale 10/04 nei punti in cui disciplina il controllo della fauna selvatica e che reclama con questa mobilitazione. Una richiesta avanzata dal mese di febbraio, ben prima che iniziassero i danni a colture foraggere e cereali.
âLe attività di gestione e controllo non possono essere lasciate solo in capo ai cacciatori, che comunque hanno in questo modo la possibilità di esprimere la funzione sociale di quella che rimane una attività hobbistica e sportivaâ, dichiara il presidente Cia Abruzzo Mauro Di Zio.
âResta fondamentale condividere strategie e piani di contenimento, elaborati su basi scientifiche e su dati, georeferenziati, di danni alle colture e agli incidenti stradali, tra tutti i gestori del territorio, parchi e riserve compresi. A ciascuno la responsabilità di usare i mezzi ritenuti più idonei per raggiungere l'obiettivo, comprese le gabbie di cattura.
Bisogna intervenire con azioni sinergiche e immediate, non dare la possibilità agli animali selvatici di riprodursi, impossessandosi del territorio e creando danni alle colture ormai incalcolabiliâ, continua Di Zio, âOccorre anche che i risarcimenti siano pieni, vale a dire commisurati allâentità effettiva dei danni (modifica legge 157/92). Sono anni che Cia Agricoltori si batte per ottenere provvedimenti di contenimento della fauna selvatica, purtroppo nessuna istituzione, al di là delle rassicurazioni formali, ha ancora messo in pratica interventi concreti. Non è più tempo di assistere passivamente alla disperazione di agricoltori e allevatori nei campi, o alla macabra e terrificante contabilità di morti e feriti gravi sulle stradeâ, conclude Di Zio, âcosì come non si può aspettare con le dita incrociate, senza mettere in campo politiche di prevenzione,sperando che non arrivi da noi quella Peste Suina Africana, diffusa dai cinghiali, che anche poco oltre i nostri confini nazionali ha messo in ginocchio l'intero comparto suinicoloâ.
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