La Gazzosa

Francesco Raspa
09/10/2022
Storia
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La gazzosa, bibita decisamente popolare, di cui si faceva largo impiego alcuni lustri orsono, è attualmente un po' fuori moda, essendo i giovani d'oggi orientati verso consumi rituali a base di cocktail vari ed aperitivi cenati; ma, ad un tempo, scarso anche di acquedotti, rappresentava una bevanda efficacemente gradevole, bevuta da sola o per allungare e dolcificare la birra od anche vini molto forti, come quello cotto e, talvolta, per correggere il vino destinato ad acidificare.
Nei bar e nelle cantine di San Salvo, ed anche altrove, ove si svolgevano le  occasioni di svago, la gazzosa veniva consumata abbondantemente, specie nei lunghi pomeridiani estivi, durante i passatempi svolti: quello largamente preferito, era appunto, "la passatella", durante la quale, veniva utilizzato un copioso numero di bottigliette di gazzosa, accompagnandole con altrettante bottiglie di birra: in gergo venivano chiamate "na' bocce e nu' pallene".
I partecipanti alla passatella, in genere, si giocavano a carte diverse "bocce e pallene", durante interi pomeriggi, spesso accompagnate dalla consumazione frammista di nocelle, ceci e lupini.
La gazzosa diffusa nella nostra zona era prodotta dalla ditta Perrozzi di Vasto, che oltre alle diverse bevande, produceva ghiaccio in lunghi e regolari parallelepipedi, da dividere a pezzi per ogni occorrenza, necessariamente usato in quei tempi, quando i frigoriferi non erano  ancora in circolazione.
Ma, secondo alcuni ricordi di chi c'era, ad una certa data, il titolare del bar d'allora "Albefajurne", pensò di installare in un vano a pianterreno della sua abitazione, un impianto per la produzione della gazzosa, risultando il primo del genere in paese.
Non molto tempo dopo, però, sia il bar che l'impianto, furono costretti alla chiusura per sopravvenuti  motivi personali dello stesso gestore.
Per cui, a distanza di pochi anni, un' altra impresa familiare decise di aprire,  nell'intero piano terra di un edificio, posto a lato del bar chiuso, un diverso impianto, più completo e moderno, per la produzione e imbottigliamento di gazzosa, aranciata, limonata e gingerino.
Lo stabile nella sua configurazione strutturale fu dotato, nel bel vano anteriore che dava in pieno corso Garibaldi, di moderno bar con belle vetrine, rispondenti sul corso,  mentre nello stanzone retrostante, discreto e con lieve dislivello, furono posizionati i macchinari per la produzione delle varie bibite.

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