Riceviamo e pubblichiamo
à un trend negativo che non sembra subire stop quello delle imprese artigiane abruzzesi, in una regione che si conferma tra le Cenerentola dâItalia e vede solo Marche e Molise andare peggio. In un quadro simile, a sorridere è solo il settore delle costruzioni, con manifatturiero e trasporti giù, mentre la ristorazione segna il peggior risultato. A fotografare una crisi che appare, almeno per ora, senza soluzione di continuità è lo studio elaborato da Aldo Ronci per la CNA Abruzzo, relativo allâandamento del settore nel 2022. «Le imprese artigiane abruzzesi, con la flessione di 138 unità e un decremento percentuale dello 0,48% - dice il curatore dellâindagine realizzata su dati di movimprese.it â viaggiano in controtendenza con la crescita italiana, che è stata dello 0,61%. Numeri che valgono il terzâultimo posto della graduatoria nazionale, avanti solo a Marche e Molise, le sole ad aver fatto peggio di noi».
I numeri in dettaglio, allora. Lo scorso anno le iscrizioni delle imprese artigiane sono state 1.491, con 1.629 cessazioni, per un decremento di 138 unità . Il che porta il totale delle imprese attive a quota 28.016. Dal punto di vista territoriale, le variazioni si presentano fortemente disomogenee: perché Chieti, Pescara e Teramo decrescono rispettivamente di 63, 51 e 36 unità , mentre LâAquila è la sola con il segno positivo, anche se per appena 12 unità : performance negative che, sul piano percentuale, valgono a Pescara e Chieti le posizioni di coda nella classifica italiana delle province, rispettivamente con il 94esimo e il 95esimo posto su un totale di 105.
Detto dunque dei territori, uno sguardo anche ai settori. Qui lâunico elemento consistente di aumento si verifica nel campo delle costruzioni: il 2022 ne fa segnare 80 in più, ben 42 delle quali però si concentrano nella sola provincia aquilana. Il buon risultato di crescita del comparto (+0.80%) è però è di gran lunga inferiore alla media Italia, che viaggia a ritmo del +2,22%. Per il resto, a farla da padrone è il segno âmenoâ: così per lâindustria manifatturiera (â118), così per i trasporti (â41), così soprattutto per la ristorazione (â37), che esce letteralmente con le ossa rotte dai confronti : la sua caduta (â3,70%) è stata infatti pari al triplo di quella italiana (â1,,41%). Quasi a suggellare un menù decisamente misero.
«A fronte di questo dato così negativo sullâandamento del 2022 â afferma il direttore regionale della CNA Abruzzo Graziano Di Costanzo â vedremo ora lâimpatto che avrà la misura di 12 milioni di euro messa a disposizione a fine anno dalla Regione a favore del comparto. Noi ci auguriamo sia positivo, ma certo è che i fondi dovranno essere erogati il più presto possibile a un settore in così grave situazione. Ci auguriamo poi che la Regione decida quanto prima di dare attuazione alla legge sul credito varata a maggio 2021, che dispone di una dotazione di altri dieci milioni a disposizione delle micro-imprese».