Amministratori in cerca di un posto nella Storia

Impegno per San Salvo
19/11/2005
Comunicati Stampa
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''Sarà un parco non un parcheggio''; ''il progetto vuole riconsegnare ai sansalvesi una città più bella e più sana''. E' quanto affermava sul quotidiano ''Il Centro'' quattro anni fa l'ex assessore, ora Sindaco del Comune di San Salvo, in merito al progetto di ''sistemazione'' della piazza M. D'Azeglio. Siamo tornati di recente in piazza D'Azeglio: e non abbiamo trovato nessun parco ma semplicemente un luogo degradato. Una parte della piazza è perennemente occupata da un cantiere edile; vicino al recinto bivaccano i cani e ristagna la sporcizia. Dalla parte opposta ci sono 15/16 auto parcheggiate su tutti i lati; in mezzo un'unica auiola (si fa per dire) con tre arbusti e erbaccia alta. Stessa enfasi propagandistica per la Villa comunale: dove, terminati i lavori dei primi due lotti (abbiamo espresso le nostre critiche nel comunicato del 20.05.2005) si sta procedendo alla realizzazione del terzo lotto (per altri 300.000 euro), e cioè alla costruzione della fontana monumentale in chiave post-moderna. Il significato del termine 'monumentale' l'abbiamo compreso quando è stato eretto l'imponente podio o zoccolo in cemento armato sul quale dovrebbe collocarsi la fontana di vetro tanto decantata. In effetti si tratta di un manufatto a prova di bomba, che più che stupire sconvolge per la sua pesantezza e per la sua invadenza. E dunque abbiamo finalmente capito che non si tratta solo di amore per il cemento (materiale per nulla ecologico, abbondantemente impiegato a San Salvo) ma di megalomania, cioè volontà ­ conscia e inconscia insieme ­ da parte dei nostri amministratori di voler 'passare alla Storia' a qualunque costo. Ci passeranno? Senza dubbio, visto che quello che stanno facendo è tutto in termini ultimativi: un piano regolatore e varianti considerati 'definitivi'; un megaparcheggio in via Montegrappa che avrebbe dovuto risolvere 'una volta per tutte' i problemi del centro storico; la villa comunale meno verde d'Italia ma con la fontana più possente e 'le tecnologie più innovative'; l'affrancazione totale dei demani comunali, pari a 350 ettari (con una pratica oltretutto viziata dal punto di vista legale), presentata come liquidazione di una 'pesante eredità del passato'; l'imponente autoporto da sei e passa milioni di euro che proposto una ventina di anni fa ­ in una situazione diversa ­ si sta completando adesso (non si sa bene per chi e per che cosa). Il problema, però, è che questa megalomania sta penalizzando San Salvo sul piano della vivibilità, della qualità della vita e dello sviluppo. Il Centro storico è ormai sempre più deserto, le piccole attività commerciali sono in crisi, in alcune zone periferiche cresce il degrado, la piccola criminalità è divenuta allarmante, la vivace dialettica culturale e politica di un tempo è interamente scomparsa. C'è un disagio presso i cittadini e l'opinione pubblica di cui i nostri amministratori non vogliono rendersi conto. Loro hanno sempre ''lavorato bene'', per loro va ''tutto bene'', anche quando le casse comunali, pressoché svuotate dalle spese per opere inutili, cause perse, rimborsi dovuti e quant'altro, costringono a mutui sempre più onerosi, suscettibili di ipotecare il futuro dello stesso bilancio comunale. Impegno per San Salvo

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