âLa nostra cittadina deve i suoi lontani natali al monaco Salvo per cui è giusto attribuirgli tutti gli onoriâ. Comincia così, unâ appassionata lettera spedita da un emigrante sansalvese, quarantâanni nel Belgio e una vita di sacrifici nelle fredde ed umide miniere di carbone. Continua: â Che male ha fatto San Salvo ai sansalvesi da non meritare una cripta o una statua e neppure una festa? Dovâè finita la religiosità dei sansalvesi? Come mai il culto per il santo è andato affievolendosi nel tempo, fino a scomparire del tutto? Eâ ora che i sansalvesi, veraci e non veraci, rendano omaggio al monaco fondatore della città di San Salvo, dedicandogli una statua. Si parla da anni della realizzazione di unâaltra chiesa da ubicare o nella zona Ripalta oppure nella zona Grasceta, quindi, quale occasione migliore per intitolare la stessa a San Salvo, un santo che pur avendo dato i natali allâomonima borgata è poco amato dai sansalvesiâ. Si legge nel libro di Don Cirillo Piovesan âCittà di San Salvoâ che il monaco Salvo nacque tra lâ879 e il 920 ed operoâ nel nostro paese. Successivamente venne eretta una chiesa in suo onore e la borgata assunse il suo nome. Nella chiesa arcipretale di San Giuseppe vi era una statua lignea di San Salvo di non rilevante pregio artistico, con una veste da frate e con il libro delle regole di San Benedetto nel cavo di una mano. Lâarcivescovo di Chieti, però, ordinò di sostituire la statua con unâaltra di maggior valore. Si racconta, inoltre, che durante lâultima guerra mondiale, la statua di San Salvo fu bruciata da un manigoldo nellâodierna piazza di San Vitale. Alcuni anziani, contrariamente, riferiscono che una vecchietta, alla vista dellâorrido scenario, sâimpossessò della statua e andò a riporla in una nicchia della chiesa di San Giuseppe. Si ignora tuttora che fine abbia fatto la reliquia del santo monaco, ma molto probabilmente, fu distrutta durante lâinvasione attuata dai Saraceni. A questo punto si spera che si formi al più presto un comitato, che provveda alla realizzazione di una statua, poi, una grande festa.