Nomine presidenti di seggio, è polemica.

Francesco Bottone
04/04/2006
Territorio
Condividi su:

Dopo le polemiche sulle nomine degli scrutatori che hanno investito anche la città di Vasto nei giorni scorsi, più di qualche malumore è cominciato a serpeggiare in alcuni centri dell'Alto Vastese in seguito alle scelte dei presidenti di seggio operate dalla Corte di Appello de L'Aquila. E' in realtà un copione già visto in occasione di altre consultazioni elettorali, ma le lamentele dei cittadini restano sempre inascoltate. Cerchiamo almeno di dare loro un po' di visibilità. Presso ogni comune, le persone idonee a ricoprire l'incarico di presidente, quindi i diplomati o laureati, possono inoltrare domanda per manifestare la propria disponibilità ad accettare l'eventuale nomina, anche se poi la scelta è di competenza della Corte ed è assolutamente discrezionale. In passato, probabilmente nell'intento di contenere la spesa pubblica, si era pensato di impiegare nei numerosi seggi dei comuni montani le persone residenti. Ciò comportava un evidente risparmio di denaro pubblico perché ai presidenti incaricati spettava soltanto il compenso minimo previsto dalla legge, senza spese aggiuntive di missione, pernottamenti e pasti vari. Inoltre in tal modo veniva offerta un'opportunità di guadagno e di esperienza ai giovani disoccupati del posto che statisticamente sono quelli che producono più domande. Da qualche anno a questa parte invece, pare che questo saggio e oculato principio ispirato al risparmio di denaro pubblico venga regolarmente e inspiegabilmente ignorato. Infatti dal palazzo di giustizia del capoluogo regionale vengono sistematicamente nominate alla carica di presidente di seggio persone non residenti, provenienti anche da molto lontano. Solo per fare qualche esempio, dei cinque presidenti nominati a Schiavi di Abruzzo ben quattro risultano non residenti. A queste persone spetta, è bene che i contribuenti lo sappiano, oltre all'appannaggio minimo, che per queste elezioni si aggira intorno ai 180 euro, anche le spese di missione, cioè vitto e alloggio per i due giorni di votazione o eventualmente il rimborso della benzina per gli spostamenti. In tal modo, è facilmente intuibile, si ha un consistente aggravio di spesa per le pubbliche amministrazioni, del tutto immotivato tra l'altro. Infatti si spende molto più denaro pubblico per avere lo stesso servizio che si potrebbe assicurare nominando persone residenti, ma a queste questioni le alte toghe della Corte di Appello sono evidentemente poco interessate.

Leggi altre notizie su SanSalvo.net
Condividi su: