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Fatti, non opinioni

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Gli amministratori locali, soprattutto quelli di lungo corso, che per motivi quasi inspiegabili in base alle logiche che dovrebbero premiare l'efficienza e il buon governo, si mantengono ancora sulla cresta dell'onda dopo un ventennio di attività politica dai risultati quantomeno opinabili, non hanno sempre buoni rapporti con la stampa, in particolare con quella che non si limita a pubblicare le veline o le interviste a pagamento, ma che va un po' più a fondo nelle cose. Il problema forse è di lesa maestà? Il politico è abituato, evidentemente, a trattare con giornalisti compiacenti, più attenti a non irritare la suscettibilità dell'amministratore di turno, anziché a raccontare la realtà e prendere le difese dei cittadini. Certo, chiunque parli o scriva su una determinata questione, inevitabilmente fornisce un'interpretazione, che è quella dell'autore, ovviamente limitata e personale, ma non per questo necessariamente faziosa. L'importante è che non si inventi nulla, ma ci si limiti ai fatti, ai dati oggettivi e riscontrabili. Insomma, la verità è la verità, a prescindere da chi la racconti o da chi firmi il pezzo. Alcuni esempi: se la viabilità su alcune arterie stradali, anche di una certa importanza, versa in condizioni penose, c'è poco da interpretare, è un dato di fatto. Si può opinare poi sulle responsabilità politiche, e qui i pareri e le convinzioni personali di ciascuno, anche del giornalista, possono venir fuori, ma il fatto in sé resta, immutato e sotto gli occhi di tutti. Analogamente se un sindaco finisce sotto inchiesta per reati, ad esempio, contro l'ambiente. L'articolista può avere, e sicuramente ha, una personalissima opinione politica sull'amministratore, ma la notizia è quella, semplice e senza fronzoli: un sindaco alla sbarra per reati ambientali. C'è poco da irritarsi con chi scrive, anche se è comprensibile, dal punto di vista umano, che deve essere piuttosto sgradevole apparire sui giornali sotto un titolo del genere, ma la colpa non è certo del giornalista che si limita a rendere pubblica una notizia. Forse l'amministratore poteva e doveva evitare di commettere quei reati ambientali per cui è finito sotto inchiesta e sulle pagine dei giornali, ma non può pretendere che la stampa taccia. Chi delinque è un delinquente, chi commette un reato è punito dalla giustizia, e un ''amministratore alla sbarra'' è un amministratore alla sbarra, a prescindere da chi firmi il pezzo. Francesco Bottone
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