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Terza edizione del 'Premio Donne Impresa' a Chieti, dedicato quest’anno al settore commercio

Tra le premiate, Valina D’Alessandro, giovane imprenditrice di San Salvo

A cura della redazione
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Nel centro storico di San Salvo primeggia un contesto commerciale con evidente impronta culturale, unico nel suo genere per gli antichi arredi fatti a mano dall’antenato ebanista del Cav. Uff. Leone Balduzzi, veterano dell’attività, nonno dell’attuale imprenditrice Valina D’Alessandro. La tipologia merceologica è vasta, originale, variegata, sempre reinventata ma soprattutto “impregnata” di tradizioni che ricordano la “puteche” (la bottega) di una volta, quando nello stesso luogo c’era, col bar, l’edicola di giornali, negozio d’alimentari, merceria e tessuti, dove il profumo della cannella, dell’ammoniaca, del baccalà e dei confetti si mescolava a quello della naftalina e della preziosa fiandra. La crescita qualitativa e quantitativa della merce ha seguito un percorso generazionale, modificando l’identità, sempre avanguardistica; dopo i tessuti, le confezioni, il pronto moda e le grandi firme, il “luogo delle meraviglie”, come spesso viene definito, diminuendo i capi d’abbigliamento, ha arricchito l’assortimento di oggetti, accessori, curiosità inerenti a una vera e propria cultura demoetno-antrologica. Oggetti dei contadini e dei pastori, antiche ceramiche della Majella, stoffe tessute al telaio , abiti firmati dalla nostra creatività, borse di cuoio con lavorazione di antica concia che sprigionano il profumo del “senza tempo” sono impreziositi da quel valore aggiunto è “il connubio tra il commercio e la cultura”, concretizzato dal collegamento del negozio con la “Giostra della Memoria”, spazi espositivi delle tradizioni popolari, fruttodi una lunga ricerca museale. Il nostro segmento di mercato così, per resistere alla concorrenza della grande distribuzione, segue una strada diversa e il passante non può fare a meno di fermarsi, quando, per esempio, nella vetrina vede “pascolare” un intero gregge di centinaia di pecorelle (fatte di terracotta e lana) bianche e nere, apòtropaiche, cioè che allontanano il male e avvicinano le persone alla nostra cultura transumantica e dannunziana con la soddisfazione di aver speso un soldo di felicità. “Per curiosare… e non solo! Alla ricerca delle cose perdute, di quelle da perdere… e di quelle che non trovi più se non qui. Con il naso in su!!!” “Un sincero plauso alla fantasia, al coraggio, all’inventiva e all’amore per le cose e per le persone possedute dalla simpatia del luogo e di chi lo custodisce”… non sono slogan pubblicitari di tecnici addetti, ma sincere considerazioni ed apprezzamenti, scritte sul nostro “Quaderno degli Ospiti”, da persone cosmopolite che, dopo aver visitato il contesto sono consapevoli di trovarsi lontano…in un luogo fantastico, dove le memorie le rendono protagoniste, dove non si verifica un passaggio ma una sosta, dove la paura di non tornare le rende, non passeggere ma parti integranti di reciproche emozioni!
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