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Resoconto del comizio di Tiziana Magnacca

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Una folla numerosa ha assistito al primo comizio pubblico della campagna elettorale della coalizione di centrodestra che vede come candidato sindaco l’avv. Tiziana Magnacca, presente sul palco insieme al senatore Fabrizio Di Stefano, all’assessore provinciale Tonino Marcello, ad alcuni candidati delle varie liste tra cui il Dr Eugenio Spadano, ed al presidente della IV Commissione regionale Nicola Argirò, che ha aperto le danze. “ Se è vero che nel calcio il centravanti viene definito terminale offensivo, Tiziana sarà per noi il nostro terminale propositivo - ha esordito – di fronte ad un centrosinistra impegnato a combattere contro se stesso ed ancora nessuno ci ha spiegato perché San Salvo è una città commissariata in una fase così difficile dell’economia e della nostra città. E stasera vogliamo provare a dare serenità alla nostra città dopo che da questo palco si è detto che a San Salvo spariscono le banche, stanno per sparire o essere trasferiti sacerdoti: speriamo non spariscano anche le chiese e il comune perché allora non c’è bisogno nemmeno di fare questo comizio; il tutto detto da una persona che per sua stessa ammissione non faceva un comizio da 6 anni e che da 6 anni non si interessava della nostra città – chiaro il riferimento ad Arnaldo Mariotti - È già stato sindaco di questa città, ma dai sondaggi che abbiamo non andrà neanche al ballottaggio e spero, almeno, che si raccordi col suo partito, il PD, per non vederlo qui a spasso da solo per la città.” Quindi il riferimento al Nuovo Centrosinistra: “Se Sparta piange, Atene non ride. Abbiamo sentito testé la presentazione delle liste con il loro candidato sindaco che mi pare si chiami Gabriele Marchese, che non so se possa fare anche un terzo mandato, ma si presumeva tutti che la presentazione delle liste la facesse il vero candidato sindaco che mi pare sia Domenico Di Stefano. A loro chiediamo che finalmente ci spieghino i veri motivi per i quali è caduta l’Amministrazione.” Un finale in crescendo quello del consigliere regionale: “Noi non abbiamo scheletri nell’armadio. Noi siamo persone pulite che non sono per nulla toccate da vicende giudiziarie, mentre anche la settimana scorsa un’altra vicenda, dopo quella dell’acqua e quella della sanità, ovvero quella dei Fondi Europei ha bloccato questa città e alla fine per par condicio alcuni personaggi non si sono fatti mancare nulla. 5 anni fa Marchese non è riuscito a fare la Giunta neanche nel primo Consiglio comunale: questo è malgoverno; è tradire il voto dei cittadini, di coloro che avevano riposto la loro fiducia in quelle persone. Bene, di queste persone possiamo fare tranquillamente a meno perché con le vicende drammatiche che stiamo vivendo, e parliamo della Cima Cosmos, della Golden Lady, della Flovetro, della Denso, della Pilkington abbiamo bisogno di un vero sindaco e non di un commissario. Questo sarà realizzato qualora Tiziana sarà sindaco.” Dopo l’intervento di Eugenio Spadano che ha voluto sintetizzare una possibile ricostruzione delle vicende che hanno determinato il disastro dell’Amministrazione Marchese, l’atteso discorso di Tiziana Magnacca: “Voglio ringraziare in primis il senatore Di Stefano, il presidente Argirò, l’assessore Marcello che ci saranno accanto non solo nella campagna elettorale ma anche nelle sfide che ci attendono. I candidati che sono sul palco e quelli che sono in mezzo a voi, ma anche tutte le persone che lavorano dietro le quinte e che sono tante, stanno credendo in un progetto in maniera unita, compatta, con un vero spirito di squadra e questo è l’impegno che voglio prendere con voi, che questo medesimo spirito di squadra, questa medesima compattezza saranno garantiti quando questa squadra governerà questa città. Loro hanno messo la loro faccia, il loro cognome, il loro nome a disposizione della città; tutti sono portatori di un progetto di rinnovamento. Quando ero giovane – ha proseguito la Magnacca - i miei genitori mi dicevano sempre che San Salvo era un paradiso. Ebbene, io ho studiato in Toscana, ho vissuto in Irlanda, ho aperto il mio primo studio nella Capitale, ma ho deciso di tornare a San Salvo, di far crescere la mia famiglia in questa città ed il mio impegno in questa campagna elettorale nasce dal desiderio che la frase dei miei genitori “San Salvo è un paradiso” possa essere detta da ogni padre e da ogni madre al proprio figlio”. Sulle vicende intestine al centrosinistra: ”Ad un giornalista che mi chiedeva perché sono stata assente dalle polemiche che negli ultimi mesi si sono avute tra le diverse anime del centrosinistra ho risposto “Michele, io ho scelto di non entrare nel teatrino della politica; ho scelto di non fare qualcosa che poteva mettere a ferro e fuoco la mia città; ho scelto di parlare alla gente con una comunicazione chiara e trasparente come io voglio essere. Seppure da questo palco è stato fatto un invito all’unità e ad una nuova alleanza tra i cittadini di San Salvo, un invito che mi trova d’accordo, questo non può essere portato avanti e passare attraverso chi continua a dividere e dividersi dalle stesse persone con cui hanno amministrato per 20 anni”. Ed ecco il primo invito al voto. “Il 6 e il 7 maggio saremo chiamati alle urne. Io vi chiedo di depositare nelle urne il germoglio di una nuova San Salvo perché solo una buona semina può produrre un buon frutto”. Quindi le linee guida del programma amministrativo. “San Salvo deve essere una città in cui regni la meritocrazia. Una città funzionale e integrata in un circuito culturale e turistico in grado di produrre ricchezze e benessere sociale e dobbiamo avere la capacità di dialogare anche con le realtà vicine, dicendo basta alle contrapposizioni. La mancanza di dialogo è una delle cause fallimentari dell’Amministrazione di centrosinistra. Da donna e cittadina del mio tempo, trovo anacronistiche e medievali le contrapposizioni tra il sindaco di Cupello e quello di San Salvo, tra quest’ultimo e quello di Vasto. Dobbiamo essere capaci di una visione integrata nel comprensorio per decidere insieme alle città vicine politiche comuni che riguardano vari aspetti della vita amministrativa, dalle politiche giovanili a quelle ambientali, a quelle del territorio ed essendo una città di confine dobbiamo avere capacità di dialogo anche col vicino Molise ed il polmone di Montenero, perché non avvenga più che si costruisca un porticciolo turistico a pochi metri da un altro. Una città a misura di solidarietà per le famiglie in un momento così difficile, e soprattutto per le persone non autosufficienti o portatori di disabilità di cui va tutelata la dignità, agendo sulla leva fiscale. La solidarietà è la vera sfida del terzo millennio ed è l’elemento che ci deve permettere di mantenere sano il tessuto sociale, ma anche quello che ci garantirà la crescita sociale della città di San Salvo. Noi dobbiamo portare al primo posto del programma elettorale le politiche legate al mondo del lavoro, non perché il sindaco può aprire fabbriche e creare posti di lavoro, ma per portare avanti un impegno serio dell’Amministrazione per creare le migliori condizioni affinché San Salvo torni a diventare il polo di attrazione di imprenditori ed investimenti. Noi vogliamo sfruttare al massimo la multi-settorialità di San Salvo. A cominciare dall’agricoltura che tanto ha dato a questa città e non voglio rinunciare alla vocazione turistica di San Salvo. Dobbiamo fare della nostra città una città sicura. La gente ha bisogno di certezze e di soluzioni. Parlando con essa mi sono resa conto di quanto sia sentito il problema della sicurezza e noi dobbiamo cercare le migliori soluzioni possibili perché San Salvo non possa essere più considerata, come è stato finora, terra di conquista da parte della microcriminalità e della criminalità organizzata. San Salvo deve essere una città a misura dei giovani e noi dobbiamo tutelare il loro diritto ad avere un futuro nella loro città. A partire dalle scuole per le quali vanno previsti interventi sull’edilizia esistente ed una nuova fase di progettazione. Una città a misura di ambiente in cui si metta realmente fine alla presenza di quella bomba biologica che è la discarica che doveva essere bonificata a partire dagli anni ’90 e che è ancora lì nonostante i milioni di euro stanziati. Una città a misura di sport, anzi in cui lo sport diventi diritto di cittadinanza. Una città in cui si faccia pianificazione urbanistica che non preveda iniziative scellerate come la variante al PRG che prevede alla Marina, luogo a vocazione turistica, uffici al posto di strutture ricettive.” Dopo gli scroscianti applausi, a chiusura del comizio, la Magnacca incassa il totale appoggio e sostegno anche del senatore Fabrizio Di Stefano il quale ha ricordato come l’avvocato abbia rinunciato al coordinamento provinciale del PdL per dedicarsi anima e corpo alla sua città.
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