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Mobilitazione Fiom-Cgil alla Sevel, Sel e Rifondazione al fianco del sindacato

Manifestazione con Landini: 'Fondamentale la difesa dei diritti dei lavoratori'

a cura della redazione
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Sinistra Ecologia e Libertà e Rifondazione Comunista al fianco della Fiom-Cgil per la mobilitazione alla Sevel e alla manifestazione in programma oggi alle 13 nella quale è prevista la partecipazione del leader del sindacato Maurizio Landini. La Federazione provinciale di Chieti di Sinistra Ecologia e Libertà e i circoli territoriali esprimono solidarietà ed aderiscono alla mobilitazione della Fiom-Cgil indetta per lunedì 16 aprile davanti allo stabilimento Sevel in Val di Sangro. "L’atteggiamento aziendale che esclude dalla rappresentanza sindacale la Fiom - evidenzia il coordinatore provinciale di Sel Alessandro Cianci - è, come abbiamo più volte sottolineato, un arretramento formale e sostanziale della vita democratica e dei diritti dei lavoratori. Chi pensa che lo sviluppo passi per il sacrificio insostenibile del mondo del lavoro condanna questo paese alla recessione permanente. Il futuro si crea investendo nelle risorse umane ed estendendo i diritti anche a chi, come i giovani, oggi non ce l’hanno". Conclude Cianci: "Ci attendiamo che l’appello del sindacato di un intervento delle istituzioni per la difesa dei diritti non cada nel vuoto". Rifondazione Comunista allarga il tiro e prende in considerazione il dibattito attuale su riforma del lavoro e articolo 18 in particolare dichiarandosi "in piena sintonia con la Fiom sul giudizio negativo sull’accordo Pd-Monti sulla manomissione dell’articolo 18". "Condividiamo l’appello lanciato da Landini alla Cgil per la convocazione di uno sciopero generale contro l’insieme delle misure del governo Monti contro i lavoratori - si legge in una nota siglata dal consigliere regionale Maurizio Acerbo, dal segretario regionale Marco Fars e dal Circolo 'Sante Petrocelli' di Vasto -. Questo è un governo di classe, non a caso apprezzato da Marchionne, che sta facendo pagare la crisi ai lavoratori, alle famiglie, alla gente comune. In tutta Europa i sindacati si mobilitano contro le politiche neoliberiste imposte dalla BCE nell’interesse del capitale finanziario. Non si capisce perché in Italia gli interessi dei lavoratori e dei cittadini debbano essere subordinati alle tattiche del Pd che sostiene il governo Monti e chiede moderazione alla Cgil. Sulla 'riforma del lavoro' non è stato raggiunto un buon compromesso come vogliono farci credere. La manomissione dell’articolo 18 rende più facili i licenziamenti e le modifiche incidono anche sulla legge 604. Non c'è più bisogno di motivare il licenziamento individuale e scompare il reintegro per violazione delle procedure previsto dalla legge 223. Non c’è bisogno di essere dei giuslavoristi per capire che la manomissione dell’articolo 18 serve a colpire i sindacati più combattivi come la Fiom e determinare un contesto generale di ulteriore abbassamento dei livelli salariali già bassi del nostro paese. Quella della Fornero non è una riforma del lavoro perché conserva anzi estende la precarizzazione del lavoro con ulteriori provvedimenti che liberalizzano ancora di più il mercato del lavoro come il primo contratto a termine che per 6 mesi non ha bisogno di causali. La vera riforma sarebbe la modifica della legge 30 con i suoi 46 forme di precariato non la manomissione dell’articolo 18! Gravissimo e antisociale è l’attacco agli ammortizzatori sociali che non riguarda soltanto i lavoratori 'esodati' vittime del pressappochismo e della spregiudicatezza di ministri che hanno passato la vita a sudare nei consigli di amministrazione delle banche. Siamo di fronte a una riduzione delle tutele per tutti perché alcune forme di cassa integrazione vengono cancellate e la sostituzione della mobilità con l'Aspi riduce il tempo di copertura senza allargare le tutele. Non c’è traccia di quelle forme di reddito sociale per i disoccupati che ci sono in tutta Europa".
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