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Al via nei giorni scorsi il mercatino del biologico delle piante e dell’artigianato locale

Il 12 luglio il prossimo appuntamento

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Nel pomeriggio di giovedì nel centro storico di San Salvo si è tenuto il primo appuntamento del “Mercatino del biologico, delle piante e dell’artigianato locale”, iniziativa promossa dall’Amministrazione comunale per sensibilizzare il cittadino alla riscoperta dei prodotti, alimentari e artigianali, del nostro territorio.
L’Assessore alla Cultura Giovanni Artese ha sottolineato l’importanza dei prodotti a “Km 0”, alimenti che sono benefici per il nostro organismo e il cui consumo aiuterebbe a rilanciare l’economia locale.
Questo primo incontro è stato un modo per presentare l’iniziativa al pubblico, sia attraverso il contributo di esperti del settore, che con l’esposizione di prodotti biologici ed artigianali.
L’agricoltura e l’artigianato, antichi mestieri tramandati di generazione in generazione, vanno infatti considerati parte integrante della nostra cultura: entrambi ripropongono tecniche antiche che si contrappongono all’impersonalità del lavoro industriale.
Gli stand presenti avevano lo scopo di mostrare l’unicità di un prodotto derivante da un attento lavoro manuale, un procedimento forse più lungo e meno reddditizio ma sicuramente carico di significato.
I produtttori che ieri hanno esposto i loro articoli non sono semplici commercianti ma assumono anche il ruolo di portavoci di una cultura che si vuole ricongiungere con i ritmi naturali della vita.
Diversi gli stand presenti e, tra questi, quello agroalimentare è stato curato dall’Azienda De Francesco di Cupello, un’impresa a conduzione familiare che da molti anni offre al consumatore i prodotti della sua terra (vino, confetture, legumi) e soprattutto una farina lavorata con i metodi tradizionali. L’esposizione ortofrutticola è stata invece realizzata dell’azienda agricola Mancini Michelina, i cui prodotti certificati da CCPB (Controllo e Certificazione Prodotti Biologici) sono da poco disponibili in via Istonia, nel primo punto vendita sansalvese di frutta e verdura biologica.
Il vivaio Raschia ha invece esposto le sue bellissime piante, un’azienda che da oltre trent’anni produce non solo prodotti botanici ma anche ortufrutticoli e vinicoli.
L’artigianato ha avuto come protagoniste le minori della casa famiglia “Alidoro”, ragazze che hanno trasformato i loro problemi in arte realizzando articoli di bigiotteria unici nel loro genere.
Così dei palloncini lavorati diventano un braccialetto, fumetti applicati su superfici di legno o metallo dei bellissimi orecchini, un metro opportunamente modificato in una collana, in un libero sfogo di fantasia e creatività.
Altra artigiana abilissima presente all’iniziativa è stata Rita Montatuti, il suo talento le consente di racchiudere, nello spazio di una tegola, squarci di vita quotidiana con grandissima attenzione per i particolari: il muro in mattoni, il nome della via, le tende di merletto e tanto altro.
La produzione tradizionale, sia essa agricola o artigianale, deve però confrontarsi con numerose difficoltà sia tecniche che economiche e lottare per rimanere in vita.
Tali problematiche sono state affrontate in una “tavola rotonda” che ha avuto luogo nel corso della manifestazione ed a cui hanno partecipato gli organizzatori dell’evento, i produttori locali ed alcuni  esponenti di Terrasana, CIA e Coldiretti.
Tra i commercianti sono intervenuti Claudio Pracilio e Alessandro La Palombara, produttori di olio extra vergine di oliva certificato, ed entrambi concordi nell’affermare che coltivare bio è una scelta di vita, perché comporta molti sacrifici, alti costi di produzione e risposte non sempre immediate da parte dei consumatori. Le numerose truffe hanno infatti reso il cliente diffidente ed hanno scoraggiato nuovi acquisti.  Diventa quindi fondamentale instaurare un rapporto di fiducia, un tipo di legame reso possibile anche dalla natura stessa di questo mercato: il produttore essendo presente nel momento dell’acquisto, “mette la sua faccia”,  e quindi instaura un rapporto diretto con il consumatore a differenza dell’impersonalità della grande distribuzione.
In questo modo il cliente divenbta quasi un “co-produtttore”, afferma La Palombara, poiché con il suo acquisto mantiene in vita il commercio: accettando di pagare un  po’ di più alimenti nettamente migliori, aiuta lo sviluppo del mercato biologico e quindi un futuro ridimensionamento dei prezzi. 
Il problema del limitato consumo dei prodotti biologici è stato poi affrontato da Angelo Pagano, esponente dell’associazione “Terrasana”, il quale ha posto l’accento sulle grandi potenzialità dell’unico comparto del settore agroalimentare che, in controtendenza, aumenta ogni anno il suo fatturato. La nota negativa è dovuta al fatto che i nostri prodotti locali sono prevalentemente consumati all’estero che nella nostra Nazione. I prezzi lievitano a dismisura ma il produttore iniziale è quello che guadagna di meno. Anche in Italia la situazione è paradossale: il Sud è il principale produttore di prodotti biologi ma i maggiori consumatori sono le popolazioni del Nord.
Lo scopo del mercatino del biologico e dell’artigianato è proprio quello di aumentare il consumo di tali prodotti im modo da creare un circolo virtuoso che parte dall’uomo e termina con il benessere dell’intero ecosistema. La manifestazione si propone di crescere a ogni suo nuovo appuntamento: sarà infatti ripetuta ogni giovedì per tutto il periodo estivo, alternando la sua sede tra il centro storico e la marina di San Salvo.

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