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Graziano Marcovecchio (presidente Pilkington): «Il futuro di San Salvo è il futuro del gruppo stesso»

Gremita ieri la sala consiliare per la seduta sulla crisi industriale

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«Il futuro del sito di San Salvo è il futuro del gruppo stesso». Così Graziano Marcovecchio, presidente del Cda della Pilkington, ha voluto rassicurare quanti sono preoccupati per l’azienda che sta attraversando un periodo di crisi. La location è l’aula consiliare, dove ieri si è tenuta una gremita seduta straordinaria dell’assise civica convocata dalla minoranza. Presenti anche i vertici aziendali, i sindacati e i sindaci del territorio (Vasto, Casalbordino, Furci, Fresagrandinaria, Celenza sul Trigno, Pollutri, San Buono). Tanti i dipendenti della Pilkington tra la folla.
Ad apire la serie di interventi sono i rappresentanti sindacali. Si sottolinea come i dipendenti abbiano fatto sempre la loro parte per affrontare i momenti difficili dello stabilimento. Ad esempio il taglio delle pause, che ha consentito un rientro di oltre un milione di euro cancellato dalla batosta dell’Imu (2 milioni e mezzo). La preoccupazione maggiore, però, sta nella salvaguardia della centralità del sito sansalvese. La costruzione di un nuovo impianto in Polonia di 40mila metri quadri e il miglioramento delle infrastrutture – anche per gli Europei di calcio appena conclusi – sono punti importanti in termini di competitività.
Sono poi alcuni dei sindaci ad alternarsi. L’accento è posto sulla mancanza di infrastrutture adeguate. Remo Bello suggerisce di dirottare i fondi Fas sul trasporto e i porti. C’è coscienza che la rivisitazione della tassazione non è l’unica via.

 


Ma quella di ieri è stata anche l’occasione per ascoltare Graziano Marcovecchio, presidente del Cda Pilkington. Il suo intervento è molto chiaro: «San Salvo è strategica per il gruppo, ma il gruppo sta cercando di capire se San Salvo è in grado di toglierle le castagne dal fuoco. Gli esuberi sono dettati dal mercato e non dalle strategie aziendali. La crisi c’è, non sarà risolta in un mese, né in un anno, ma si tratta di un periodo lungo».
La priorità, spiega Marcovecchio, è la programmazione del futuro: «Date la possibilità al management locale di convincere gli azionisti che si sta costruendo il futuro. È necessario dimostrare che si sta pianificando altro, oltre all’adozione degli ammortizzatori sociali in modo che se proprio si deve chiudere, si chiuda altrove. Abbiamo bisogno di zero burocrazia che, all’estero, è la punta di diamante anche a fronte di un costo del lavoro maggiore. Bisogna snellire le autorizzazioni. Fra poco apriremo un nuovo forno, dalle emissioni sicure e controllate, ma sono sicuro che la trafila sarà molto lunga. Diminuire la tassazione, anche privandosi di opere pubbliche di abbellimento della città, che non potranno essere vissute serenamente se non c’è lavoro. Valorizzare il Civeta e capire che bisogna munirsi di un sistema rifiuti che favorisca non solo il pubblico, ma anche il privato in modo da abbassare la Tarsu. Adeguare l’Irap ad altre regioni (oggi la Pilkington paga circa 5 milioni di euro). Ripristinare lo scalo merci Vasto-San Salvo: la Siv trasportava il 70% delle merci su rotaia e il 30% su gomma, oggi la Pilkington trasporta il 100% su gomma con inevitabile levitazione dei costi. La Pilkington non è ancora in grado di completare un treno, ma insieme ad altre aziende sarebbe possibile. Non è possibile percorrere ancora 1.600 chilometri per raggiungere l’altra sponda dell’Adriatico, quando è lontana solo 300». 
Insomma, la crisi c’è, ma è possibile batterla con investimenti per il futuro che diano una spinta alla logistica oggi carente. Sugli esuberi (oltre 625), non ci sono state conferme, né smentite.

 


Nicola Argirò, per ciò che riguarda le esigenze aziendali, ha ribattuto che la Regione è pronta a fare la propria parte come dimostrato in altre situazioni all’apparenza più complesse, come per la Golden Lady. Uno dei primi passi da fare, secondo Argirò, è l’istituzione di un tavolo permanente sulla crisi che metta insieme sindacati, istituzioni e azienda. Fondamentale sarà, secondo il consigliere regionale, l'unità che ha permesso lo sblocco della situazione in val Sinello. Per quanto riguarda le infrastrutture, da notare che il completamento dell’autoporto di Piana Sant’Angelo – a detta delle stesse aziende – è superfluo per il miglioramento della logistica.
L’intervento di Marcovecchio, però, non è stato solo a tinte fosche, qualche spiraglio c’è: «Abbiamo appena vinto una commessa importante per il 2014. La Renault produrrà in Marocco, ma la produzione dei parabrezza è stata lasciata in Italia. Non ho dubbi che ce la faremo. Questo è il primo consiglio comunale operativo. Il nostro impegno è quello di rivederci all’ultimo consiglio del mandato, fra 5 anni, per parlare, sicuramente, di temi più felici».

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