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Cittadino onorario di Cupello in ricordo di Mattei, Paolo Scaroni dice grazie al Vastese

L'ad dell'Eni ricorda l'esperienza alla Pilkington. La provocazione del sindaco Pollutri: 'Il Centro Ricerche Eni? Facciamolo qui!'

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Il Comune di Cupello ha conferito la cittadinanza onoraria all'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni.


L'onorificenza è stata consegnata nel pomeriggio di oggi dal sindaco Angelo Pollutri e segue quella conferita 50 anni fa, ma non ritirata, a Enrico Mattei. Pollutri ha evidenziato che con l'onorificenza - viene sottolineato in una nota dell'agenzia giornalistica Agi - "si chiude un cerchio di 50 anni di storia", "così i cupellesi coronano un sogno" e ha ringraziato Eni per il suo impegno, iniziato appunto 50 anni fa, "per il territorio grazie al benessere, al lavoro e al progresso" portato. Un territorio, ha aggiunto Pollutri, che "Mattei conobbe e che Scaroni conosce molto bene".

L'ad di Eni, dal canto suo, ha ricordato "il legame fortissimo" che lo lega all'Abruzzo. "Mi fa molto piacere essere qui, questo territorio mi ha dato tanto e mi auguro di restituire un po' di quello che il vastese mi ha dato". Scaroni ha ripercorso brevemente la sua carriera professionale abruzzese e i tempi alla Pilkington, "non sarei in Eni senza San Salvo", ha concluso.

Scaroni, assieme a Pollutri ed ai rappresentanti dell'amministrazione comunale, ha poi preso parte alla cerimonia di intitolazione alla memoria di Enrico Mattei della Sala Multimediale del Comune.

Parlando dei progetti dell'Eni ultimamente 'naufragati' in Abruzzo (Centro Oli di Ortona e Centro Ricerche dell'Eni a L'Aquila) il sindaco Pollutri ha lanciato una provocazione: “Il centro di ricerche Eni facciamolo nel Vastese! Il nostro territorio si candida ben volentieri ad accogliere e ospitare una struttura di questo tipo”. Scaroni ha preferito non commentare, anche se nel suo discorso ha detto di dovere tanto al territorio Vastese, riferendosi in particolare all’esperienza fatta in Pilkington che gli ha permesso di arrivare al vertice dell’Eni, e di sperare di potersi in qualche modo "sdebitare".

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