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Fondi anti-usura, l'appello lanciato dalla Cna: 'Aumentare le erogazioni alle imprese in difficoltà'

Il direttore provinciale Scastiglia: 'Troppa differenza tra le delibere dei confidi e le somme concesse dalle banche alle aziende'

Redazione
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Nonostante lo Stato metta a disposizione finanziamenti specifici, e nonostante l'impegno dei confidi delle associazioni imprenditoriali, restano ancora troppo pochi i fondi anti-usura destinati alle imprese in difficoltà effettivamente erogati dalle banche.


E' quanto denuncia la Cna di Chieti, commentando la notizia relativa all'arresto, operato dalla Squadra Mobile teatina, nei confronti di un usuraio, reo di aver imposto tassi fino al 300% di interessi nei confronti di un ristoratore in gravi difficoltà economiche.

Il caso, insomma, torna utile per analizzare l'andamento della lotta all'usura attraverso gli strumenti che la legge mette a disposizione per sottrarre imprenditori disperati a individui senza scrupoli. «Numeri alla mano - dice il direttore provinciale della confederazione artigiana di Chieti, Letizia Scastiglia - nel nostro territorio, tra gennaio e luglio di quest'anno, sono state complessivamente 12, per un importo di circa 600mila euro, le pratiche che hanno consentito ad imprenditori della provincia di Chieti di attingere ai fondi anti-usura erogati attraverso Fidimpresa Abruzzo, il confidi del nostro sistema associativo. In realtà, tuttavia, le nostre delibere avevano riguardato 25 casi, per circa un milione e 40mila euro: esiste dunque una differenza notevole tra le pratiche che noi istruiamo e quelle che le banche effettivamente finanziano. Voglio far notare, a questo proposito, che dodici mesi fa deliberammo lo stesso numero di pratiche, ma ne furono erogate 15. Insomma, esiste un credit crunch anche in questo campo».

Conferma la tesi dell'esistenza di un forte “spread”, il responsabile dell'Ufficio credito di Fidimpresa Abruzzo per la provincia di Chieti, Guido Di Labio: «La legge ci richiede di garantire una quota oscillante tra l'80 e il 90% delle somme. Alle banche resta un margine di rischio risicatissimo, vicino al 10%; ma nonostante questo, e come i numeri confermano, sono ugualmente restie ad erogare. Dunque, credo sia meglio cambiare il meccanismo: i confidi dovrebbero garantire il 100%, e le banche limitarsi all'erogazione. In questo modo potremmo erogare tutte le somme che garantiamo, a tutto vantaggio degli imprenditori in difficoltà». «Restano comunque i confidi - dice ancora Scastiglia - i soli strumenti in grado di accostare gli imprenditori in difficoltà, soprattutto quelli di minori dimensioni, ai fondi che la legge mette a disposizione contro l'usura. E' una battaglia difficile, anche di carattere culturale, che  noi vogliamo combattere,  e per questo chiediamo ad artigiani e commercianti di accostarsi ai confidi con fiducia».

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