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'Alla foto di Vasto ci crediamo ancora e da qui vogliamo ripartire...': Di Pietro apre a Palazzo d'Avalos la Festa nazionale dell'IdV

Appello alle forze del centrosinistra, ai movimenti e alla società civile

Redazione
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Vuoi o non vuoi continua ad essere la 'Foto di Vasto' il 'nodo' pure di quest'altra edizione della Festa nazionale dell'Italia dei Valori, per la settima volta di fila ospitata al Cortile di Palazzo d'Avalos.

L'espressione viene citata più volte sin dall'apertura, questa mattina, ed è lo stesso leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, a richiamarne il fondamento (che fu? chissà).

"Noi alla foto di Vasto ci crediamo ancora - dice Di Pietro in uno dei passaggi della sua relazione introduttiva, un'oretta di intervento circa dal palco del d'Avalos - Siamo qui per rinnovare quell'impegno che passa attraverso un programma di cose concrete da fare e non di chiacchiere". L'appello al Partito Democratico è il 'cuore' del discorso riferito alla coalizione e ai futuri percorsi. "Il Pd - sottolinea - ha il diritto/dovere come partito di maggioranza relativa di guidare la coalizione, ma Bersani deve fare una scelta, e vogliamo aiutarlo per non fare tutto e il contrario di tutto". Ma, spiega Di Pietro: "Se tu non vieni con me ma vai con quell'altro, che vuole rafforzare la riforma Fornero, restiamo cornuti, fregati e mazziati. Mi alleo con l'Udc ma per fare che cosa? Allearsi solo per raggiungere maggioranza e spartirsi poltrone non serve a nulla. Non cambia le cose. L'appello che faccio al Pd è sul programma, non sulle convenienze. Vogliamo costruire un programma con forze politiche e sociali riformiste e di centrosinistra che sia alternativo alle politiche attuali del governo Monti. Io voglio rilanciare la foto di Vasto, non stracciarla".

Su Grillo ed il Movimento 5 Stelle: "L'IdV non vuole fare solo protesta, ma rispetta chi protesta. Questo non significa che ci si stiamo alleando con il Movimento 5 Stelle, ma che lo rispettiamo. Lì dietro non c'è solo un ex comico, ma migliaia di cittadini che vogliono far sentire la loro voce. Una voce che non deve soffermarsi alla protesta, ma trasformarsi in progetto politico. Ecco perché mi rivolgo a quel mondo: non per fare antipolitica, ma per convincerli a dare il loro voto a chi propone delle alternative. L'IdV - riconosce l'ex magistrato - da sola non può farcela, la matematica non è un'opinione. Ecco perché noi guardiamo a una coalizione e a un programma".

Poi Di Pietro richiama le vittorie conseguite da De Magistris e Orlando a Napoli e a Palermo. "Se hanno vinto dei sindaci - sottolinea - questo vuol dire che ai cittadini non bastano più i partiti, ma che guardano alle persone e alla loro credibilità".

Non manca un 'mea culpa', su Scilipoti: "Ho candidato Scilipoti, ne faccio ammenda. Ma in Parlamento ce ne sono 161 di Scilipoti. Il problema è come viene scelta la classe dirigente. Ma anche in buona fede si sbaglia".

 

FOTOSERVIZIO di Ercole Michele d'Ercole

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