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Pantalonificio d'Abruzzo di Gissi e Laterlite di Lentella, futuro incerto per 150 lavoratori del Vastese

Crisi economica e stop alle cave gettano ombre sui due stabilimenti

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Non c’è solo Piana Sant’Angelo nella mappa della crisi che attanaglia il territorio. Un nuovo fronte si è aperto nella zona industriale della Val Sinello, la stessa che ha visto il lieto fine per gli oltre 300 dipendenti dell’ex-Golden Lady.
L’emergenza ora si chiama Pantalonificio d’Abruzzo, del gruppo Canali. Fino a qualche settimana fa si discuteva di esuberi: 32 dipendenti su 85. Oggi invece c’è una data per la chiusura definitiva: il 14 gennaio 2013. Fino ad allora cassa integrazione.
L’aggravarsi della situazione è stato comunicato dal direttore delle risorse umane durante un tesissimo incontro con i sindacati. Questi hanno messo sul tavolo la proposta dei contratti di solidarietà per due anni. Dopo estenuanti trattative la società ne ha accettato solo uno. Il timore, però, è quello che l’azienda decida di ‘succhiare’ gli ultimi ammortizzatori sociali disponibili per poi andare via. Di fronte a quest’eventualità i delegati sindacali chiedono che si assicuri un minimo di produttività prima di apporre la loro firma all’accordo.
Mentre il reparto Giacche ha in qualche modo ammortizzato la crisi, il Pantalonificio da tempo è in sofferenza. A pesare sulla situazione c’è il calo delle vendite dei pantaloni singoli cuciti solo nello stabilimento di Gissi, a differenza delle giacche che riescono ad avere mercato singolarmente perché indossati anche in abbinamento con jeans e simili. Allontanato lo spettro della delocalizzazione: la proprietà ha sempre escluso di andare all’estero per tutelare il Made in Italy.
Per ora l’azienda resta ferma sulle proprie posizioni e ha già detto ‘no’ a eventuali ipotesi di riconversione. A inizio novembre le parti torneranno a parlarsi. Nel frattempo l’esito della precedente seduta ha gettato nello sconforto i dipendenti del Pantalonificio che si preparano ad affrontare un inverno di incertezze.

 

CAPITOLO LATERLITE. Non c’è solo la crisi economica nei destini dei lavoratori del Vastese. È il caso della Laterlite di Lentella, circa 70 dipendenti fra personale interno e ditte esterne. L’azienda – con sede a Parma – produce argilla espansa prelevando la materia prima dalla vicina cava. Oltre alla flessione del settore delle costruzioni, c’è un problema legato proprio alla cava. L’azienda ha presentato alla commissione di Valutazione d’Impatto Ambientale della Regione il progetto di ampliamento della stessa. Nella conferenza dei servizi di martedì scorso la valutazione è stata rinviata. Tutti i progetti in Abruzzo sono in sospeso, si attende da tempo il varo del Piano Cave, ma i tempi non sono certi. L’unico tempo certo è quello indicato dall’azienda che ha annunciato di avere autonomia fino a marzo 2013. Pesano come un macigno, però, la precedente bocciatura di un progetto di ampliamento di minore portata di quello attuale e il forte dissesto idrogeologico che colpisce la zona della cava.

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