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ORNELLA MUTI E SERGIO RUBINI A SAN SALVO

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La Commissione Artistica del Festival composta da Franco Mariotti, Presidente, Mauro Conciatori, Direttore, Gabriele Marchese, Sindaco di San Salvo e Domenico Di Stefano, Assessore alla Cultura ha deciso di omaggiare la grande attrice Ornella Muti con il Premio alla Carriera. ''Sono onorato - dichiara il sindaco Marchese - omaggiare un'attrice di questo livello, celebre in campo internazionale per le sue doti artistiche che spaziano dalla commedia al cinema ''serio'', ricordo che ha lavorato con Maselli, Scola, Damiani, Rosi, Ferreri, autori che erano certi di poter contare sulla sua presenza per richiamare il pubblico delle platee, anche perché - continua il Sindaco - negli anni '70 e '80 Ornella è stata una delle attrici che meglio ha rappresentato nell'immaginario della gente la bellezza italiana''. Ornella Muti ha vinto due volte il nastro d'argento come migliore attrice protagonista al Festival del cinema di Venezia: nel 1984 con Il futuro è donna (girato mentre era incinta) e nel 1988 con Codice privato, nel ruolo che fu di Anna Magnani. Alla presenza della Muti si aggiunge quella di Sergio Rubini. Rimane innegabile - afferma l'Assessore Di Stefano - quel fascino assoluto insito all'interno del suo cinema, una gustosa versatilità non da tutti, che traspira nitida ad ogni ruolo da lui interpretato. Un personaggio curioso - continua Di Stefano - che sembra quasi vivere nell'ombra per poi apparire e portare il tocco che mancava, quel salto di qualità al film. Rubini è capace di oscurare chiunque gli reciti attorno e trascinando l'intero interesse su di sé ogni qualvolta l'obiettivo si ferma su di lui''. E' in fase di ultimazione, quindi, il parterre di Sabato prossimo in occasione della Cerimonia di premiazione del Festival. Oltre alla Muti, Rubini, Michele Placido e Barbara Bouchet sono attesi registi e attori protagonisti dei film in concorso, presentano Tiberio Timperi e Adriana Volpe. Intanto a San Salvo proseguono le programmazioni cinematografiche. Alle 16 presso la sala Cinema Aldo Moro opera prima per Francesco Fei con Onde. Il film, girato a Genova tra tunnel in penombra e spazi aperti pieni di luce, mette in scena l'incontro tra Luca, musicista cieco, e Francesca, segnata da una voglia sul volto. Li interpretano Ignazio Oliva e Anita Caprioli. Alle 18 sarà proiettato Sangue - La morte non esiste di Libero De Rienzo, narra la vicenda di due fratelli, Stella e Iuri, nello spazio temporale di ventiquattro ore. Esistenze ai margini, all'ombra di un rapporto incestuoso mai completamente esplicitato ma vissuto in ogni piccolo gesto ed attimo dei due protagonisti. Doppia proiezione serale, si comincia alle 21.30 con My Father, Rua Alguem 5555 di Egidio Eronico, che sarà presente in platea. Il film di Eronico affronta in modo sofferto e spesso ritorto il momento dell'unico incontro tra Mengele, dottore macellaio del campo di sterminio polacco, e il suo unico figlio, Hermann. Fuggito prima in Argentina, poi in Paraguay e infine in Brasile, a Manaus, Mengele ha vissuto una vita da ricercato internazionale, spostandosi di baracca in baracca, da periferia in periferia. E il piccolo Hermann ha sempre creduto che suo padre fosse disperso in Russia, sul fronte orientale, fino a sapere la dura verità all'età di 15 anni. Solo da adulto il figlio si rincontrerà, per un breve periodo, con il padre fuggiasco. Il film documenta, a partire dal saggio dello storico tedesco Peter Schneider, l'incontro che effettivamente avvenne a Manaus tra i due Mengele, padre e figlio, offrendoci un lungo e frammentato flashback a partire dal ritorno di Hermann in sudamerica per il ritrovamento dei resti del macellaio, deceduto mentre nuotava nell'oceano.un montaggio serrato, una regia che non ha paura di mostrarsi ma che anzi avvicina la macchina da presa ai suoi personaggi seguendone i più piccoli moti d'animo. In chiusura (alle 23) Mater natura di Massimo Andrei. Raccontando le aspirazioni, i drammi, l'inventiva, l'umanità e il divertimento dei transessuali napoletani, questo film intelligentemente riporta luci e ombre, scene coloratissime e momenti di luce fioca, ilarità con battute memorabili (un must per chi ama la simpatia e la spontaneità del popolo napoletano) e amarezza per un mondo ancora imperfetto, in cui la società non è ancora pronta a riconoscere l'apporto di vivace intelligenza che le persone transgender possono apportare. Con sapienza la trama è caratterizzata da diversi percorsi che sfociano in un improbabile luogo fisico (Mater Natura) e personale in cui trova soluzione l'attuale mistificazione della figura del trans, denunciata dal personaggio ben interpretato da Moscato in un'importante ''discorso del balcone'', meno banale di quel che sembra.
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