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Monteferrante: «Opere pubbliche approvate senza il confronto con i cittadini»

Continua la polemica tra il segretario del Pd e Tiziana Magnacca in merito al bilancio

a cura della redazione
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Continua il botta e risposta tra Agostino Monteferrante e il sindaco Tiziana Magnacca in merito al bilancio del Comune. Dopo la replica del primo cittadino di San Salvo alle accuse mosse dal segretario del Pd, quest’ultimo torna di nuovo a parlare.
«Prendo atto dell’apprezzabile volontà di intraprendere un percorso di partecipazione sul bilancio anche nei modi e nelle forme da me suggeriti – precisa, facendo riferimento all’annuncio del Sindaco di procedere con un bilancio partecipato anche sfruttando il web -, solamente faccio notare che il piano triennale delle opere pubbliche, nel quale è compresa qualche opera già annunciata alla stampa, è già stato adottato in giunta senza il benché minimo confronto con la cittadinanza. Spero sia stato condiviso almeno dai consiglieri di maggioranza».

Monteferrante puntualizza poi: «Il bilancio di previsione si prepara a fine anno, quello consuntivo a primavera: se si vuole ascoltare la città va fatto nel tempo giusto non a ratifica di scelte già effettuate». Il segretario del Pd risponde anche alle osservazioni della Magnacca in merito al cambiamento di alcune norme sulla formulazione del bilancio: «Certamente qualche legge sarà cambiata e c’è certamente un motivo tecnico, per spiegare tutto e il suo contrario, ma non credo sia scritto da nessuna parte che fissata la scadenza per l’approvazione del consuntivo al 30 aprile si sia obbligati a utilizzare il tempo massimo, anche perché non si tratta di un documento di programmazione come il sindaco afferma».

Al segretario del Partito democratico non piacciono neanche i richiami al passato e le attribuzioni di responsabilità allo Stato: «La propensione ad addossarela responsabilità ad altri, Europa, Stato, noi non è una cosa buona. Il continuo richiamo ai fatti del passato amministrativo che hanno visto la città commissariata è un mantra che non può durare cinque anni».

 

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